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BookSprint Edizioni Blog

20 Ott
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Intervista all'autore - Alessandro Chille’ -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono originario di Messina, in quiescenza da circa quattro anni, dopo aver indossato per circa 40 anni la divisa come appartenente alla Guardia di Finanza.
Grazie alle opportunità offerte da tale storico Corpo, ho avuto modo di potermi affacciare a delle realtà che hanno alimentato le esperienze di vita, ampliando sotto molteplici aspetti, il mio bagaglio personale. Penso e spero di aver contribuito alla comunità, nel mio piccolo, focalizzando la mia vita operativa, prevalentemente al contrasto del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, anche con attività di prevenzione scolastica presso numerosi istituti scolastici Lombardi. Ho proseguito sino alla conclusione della carriera in Speciali reparti preposti alle predette attività investigative. Attualmente, dopo aver conseguito una qualifica a seguito di un corso di alti studi, in Criminologia, sono correnti gli studi in Psicologia per acquisire in toto, conoscenze e competenze per contrastare i sempre più attuali e tragici fenomeni di femminicidi e stalking. Ad essere sincero il mio primo libro "La fatalità di Vivere la Bella vita" nacque come un passatempo lo scorso anno, nel ricordare alcuni spunti di vita operativa; quasi un diario di vita, che riportava ricordi di trascorsi giovanili in Puglia, nei primi anni di servizio. Fu così articolato, alla luce di alcune intriganti storie, che divenne un'opera, alla quale credo seguirà una seconda parte, ovviamente più corposa ed intrigante visto le dinamiche che riguardano i rimanenti anni trascorsi in Lombardia e Piemonte.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Dedico le ore serali o notturne. Quando il desiderio, come nell'opera in corso, mi spinge a far riemergere le mie esperienze lavorative trascorse...mi permettono, forse con un pizzico di nostalgia, di ritornare indietro nel tempo, flashback di vita vissuta!
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Ken Follet
 
Perché è nata la sua opera?
Perché "SOLE ROSSO SANGUE"? Beh, amo la criminologia e la psicologia, quindi, scrutare la mente umana che fluttua nella dicotomia apparente del bianco e nero, mi appassiona; nell'universo imperscrutabile della psiche ci sono tante sfaccettature di grigio che sfuggono all'attenzione, intrise di sofferenza e di non facile lettura, come le pulsioni umane che, nell'insieme di concause e di variabili psico-sociali, producono assunti e schemi mentali apparentemente tranquilli, dormienti, potenzialmente esplosivi. L'opera vuole, in primis veicolare la sofferenza umana nella sua poliedricità nella fase adolescenziale dove gli affetti primari ed i contesti sociali associati dovrebbero accompagnare la crescita psicofisica dell'individuo, ma, spesso ciò non avviene, con le ripercussioni che si possono immaginare. In secondo luogo, ma non per minore importanza, tutt'altro direi, vista l'attuale drammaticità, la violenza sulle donne, che in quest'opera, sortisce conseguenze quasi inaspettate, inconsuete per lo stereotipo del killer!
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Indubbiamente le esperienze di vita dalle quali ho estratto ricordi di forti sensazioni e profondi coinvolgenti, hanno influito sulla capacità di descrivere determinati sentimenti e cristallizzare le percezioni umane del momento. Il sapersi guardare da fuori, stimola la capacità introspettiva, soprattutto nei momenti dove la vita esprime il massimo della sua essenza.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Da neofita, approcciare alla scrittura è stato motivo di transizione tra il vissuto e ciò che riemerge da esso, facendo rivivere sensazioni ed emozioni. Quindi, si può raccontare la realtà di alcuni avvenimenti, evadendo dagli stessi in quanto trascorsi.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Espressione spontanea della mia fantasia, figlia di una passione volta alla ricerca delle motivazioni generate dal pathos umano, da qualsiasi prospettiva lo si guardi.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno in particolare, puro frutto della mia fantasia, man mano che scrivevo si creavano gli scenari descritti.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Alla mia compagna.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo, il fascino di sfogliare un libro fisicamente e di possederlo per poterlo ammirare anche riposto in una libreria dopo averlo letto, ha un suo perché.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente è utile e pratico, ma rimango fermo sul fatto che, leggendo si ha modo di percepire, di essere ancor più coinvolto dalle dinamiche e dai contenuti dell'opera.

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