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16 Ott
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Intervista all'autore - Vania Babini -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è un’operazione di verità, anche se il libro si potrebbe definire solo in parte autobiografico, perché c è una buona parte di fantasia.
Per il resto mi riferisco a fatti vissuti e a persone che ho frequentato o incrociato nella mia vita, che per qualche motivo mi hanno colpito. Penso che ci siano cose che vale la pena di raccontare, ciò mi porta a ricordare e romanzare mischiando alla fantasia. Provo delle belle emozioni mentre scrivo, entro in un mondo che mi piace, non scrivo di cose che urtano troppo la mia sensibilità.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molti fatti li ho vissuti in prima persona, soprattutto gli amori, i viaggi, gli incontri con sensitive e cartomanti.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ha significato scavare nei miei ricordi, riviverli e riplasmarli per poi metterli in ordine in un racconto.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Ho scelto un titolo "antiquitates", in latino, perché nel libro si parla anche di antichità, all’inizio pensavo ad un altro titolo, però quello aveva un significato solo per me stesso. Il nuovo titolo è più esplicativo
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Io qualche volta sogno di incontrare e parlare con Henry Miller. Quando lo leggo mi sembra di sentir parlare un vecchio amico, purtroppo è già morto e non potrò mai contattarlo sui social, ad esempio.
 
Ebook o cartaceo?
Preferisco il cartaceo, oppure un audiolibro.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Leggendo dei libri che mi piacevano ho voluto provare in prima persona a scrivere di ciò che piace prima di tutto a me. Come quando ascoltando la musica rock ho deciso di imparare a suonare prima la batteria poi la chitarra elettrica. Penso che sia voglia di fare in prima persona.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
All’inizio avevo scritto dei racconti brevi ed indipendenti l’uno dall’altro. Ho deciso di amalgamarli in un unico racconto ispirandomi alla scrittura di Henry Miller, però cercando di scrivere un libro per tutti, non solo per adulti.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una grande soddisfazione, soprattutto perché poi qualcuno lo leggerà ed entrerà nella tua vita e nei tuoi pensieri.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia mamma, poi un amico di famiglia.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È molto utile per riposare la vista.

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