Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nat* in una cittadina del sud Sardegna, Iglesias, e appena dopo qualche giorno di riposo in ospedale, mia madre, mio padre ed io siamo tornat* a Carbonia, più nello specifico a Serbariu, una minuscola città accanto a Carbonia, nel sud Sardegna anch'essa;
poi alla nascita di mio fratello ci siamo trasferit* in una palazzina a Carbonia.
Ora, per questioni di studio, vivo da cinque anni tra la città metropolitana di Cagliari, sulla costa sud-est dell'isola e la città che mi ha cresciut*. Vivere a Cagliari mi ha permesso di ampliare i miei orizzonti ed è stato proprio in quel periodo di trasferimento che ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, "l'Oscuro ti osserva".
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Domanda molto difficile, perché da adolescente leggevo tanto. Forse sceglierei "Va' dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro, che racconta della vita di un'adolescente e il suo percorso di crescita dal punto di vista della nonna con cui vive.
Di questo romanzo ne ho letto qualche pagina dal libro di Antologia delle scuole medie e mi ha subito trafitto il cuore. Dopo di che l'ho letto per intero da adolescente e devo dire che nonostante le lacrime che ho versato, questo libro mi ha fatto un gran bene all'anima.
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Credo che la lettura dia davvero tanti benefici. In questi forse rientra un certo valore estetico, che viene appagato dal libro cartaceo. La copertina, le pagine, il profumo e così via. Trovo inoltre straordinario entrare in una libreria piena di libri e osservarli belli fieri sugli scaffali. Io sono completamente team libro cartaceo.
C'è da dire che anche l'eBook ha i suoi vantaggi: a seconda del dispositivo da cui lo si legge risulta molto meno ingombrante di un libro cartaceo - anche se nella mia sacchetta arcobaleno c'è sempre spazio per un bel libro; l'eBook risulta poi spesso più conveniente a livello economico e questo è un fattore da non dimenticare, soprattutto di questi tempi.
Infine, una questione molto dibattuta: è più sostenibile un libro cartaceo o un eBook?' Lascio la domanda aperta.
Ciò che è importa, però, è che la lettura e le persone che la amano continuino a esistere: quindi, nonostante possa preoccupare la perdita del libro cartaceo, l'importante è che si salvino le parole e i loro messaggi, ovunque siano scritti.
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Il mio amore con la scrittura è stato decisamente un colpo di fulmine. Non appena ho imparato a scrivere e a mettere le parole assieme nel foglio tutto è iniziato. Adoravo scrivere i temi per scuola e ringrazio maestra Paola Cammedda che ha permesso me e i miei compagni di scrivere testi originali, senza contare che scrivevo tante storie per conto mio - come dimenticare "la nonna in calzamaglia".
I miei preferiti erano quelli "del mistero" o comici, perché ho sempre amato entrambi i generi. Ciò è collegato al fatto che a casa di mia nonna paterna guardavo spesso "La signora in giallo" o "Rex" e da mia nonna materna guardavo "Don Matteo", mentre la mia vena comica, che però non è fuoriuscita nel mio romanzo, è sempre esistita, ma è cresciuta anche grazie a film come quelli di "Stanlio e Olio".
Crescendo ho continuato a scrivere, per me o per altre persone, fino ad arrivare fin qui.
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Questo progetto è nato nel 2013, se non ricordo male, quindi ben dieci anni fa, quando frequentavo tra la seconda e la terza media. La mia insegnante di italiano Sonia Di Biase propose alla mia classe un concorso di scrittura, come faceva spesso: una storia che includesse temi come l'amicizia e tematiche fantasy. Io e la mia amica e compagna di banco Francesca fummo subito entusiast* del progetto, ma io, probabilmente pres* dall'emozione, continuai a scrivere il racconto a casa fino a farlo diventare troppo lungo, non più adatto al concorso e difficile da correggere per la professoressa.
Dopo di che ho abbandonato il testo per un po', per poi rioccuparmene a più riprese fino a riprenderlo in mano definitivamente circa tre anni fa.
Ciò che mi ha spinto a scriverlo - si tenga conto che la prima versione del testo e l'ultima sono molto distanti tra loro, com'è logico che sia - o meglio riscriverlo, è la volontà di dimostrarmi di potercela fare, di poter tenere tra le mani un grosso progetto; e visto che sto compilando quest'intervista credo di avercela fatta.
C'è anche un altro motivo, forse scontato: inviare dei messaggi a chi legge, affinché si senta, ad esempio, meno sol*.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio principale è che non si è mai sol*. Nonostante la sofferenza e il dolore che si possono provare, ci saranno sempre persone accanto a noi che ci vedono e ci sostengono, che soffrono e provano dolore, anche se noi non vediamo loro per qualsivoglia motivo.
Un altro messaggio che voglio lanciare è quello della speranza. Non demordere mai, neanche quando l'Oscurità ci assale, ci ricopre, ci annebbia; perché c'è sempre una luce in fondo al tunnel e vale la pena cercarla o crearla, anche disperatamente, come in un'avventura, in un percorso tortuoso o in una montagna russa, tutte metafore della vita.
Infine, nel libro si accennano tematiche quali la comunità LGBTQIA+, lo stile di vita vegano, la salute mentale e la violenza di genere. Ciò serve a far riflettere il lettore su quanto queste condizioni possano impattare l'esistenza di chi le vive.
/SPOILER/
Si passa da un ambiente e un mondo distopico, in cui la vita cammina costantemente sulla "banalità del Male" - o dell'Oscuro, in questo caso - fino ad arrivare a un ambiente completamente utopico, in cui non viene maltrattato nessun essere e in cui viene accolto persino "l'uomo malvagio", a patto che sia capace di voler affrontare un percorso di cambiamento.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come ho già detto, ho sempre amato scrivere e ho sempre fatto leggere i miei racconti, soprattutto alla mia famiglia. La fantasia è stata poi incanalata col tempo nella stesura di compiti in classe per la scuola superiore, in particolare saggi brevi, che scrivevo abbastanza bene e con passione.
Dopo di che ho ricominciato a scrivere, in concomitanza con la ripresa tra le mani de "l'Oscuro ti osserva" - che ai tempi non aveva ancora un titolo, né una trama certa - e da allora è nato il sogno di pubblicarlo, ma non avevo ancora le idee chiare sul mio futuro.
Ora invece posso dire che continuerò a scrivere - c'è tanto tofu nel fuoco - e spero che ciò diventi un mestiere assieme a quello di insegnante, che è un altro sogno nel cassetto.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Per quanto riguarda la nascita, o meglio, il concepimento del libro ne ho già parlato sopra, quindi non mi ci soffermo, anche se devo dire che quella è stata la mia prima vera esperienza di scrittura creativa presa in modo serio, dato che sapevo che si trattava di un concorso.
Un altro bel ricordo è quello che riguarda la creazione dei personaggi e la loro crescita: più andavo avanti e più mi ci affezionavo; è stato molto bello anche creare le ambientazioni distopiche e utopiche, sono molto fier* di quello che è venuto fuori.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non so se consciamente l'abbia mai pensato, ma sicuramente ci sono stati periodi in cui non mi dedicavo al romanzo. Questo per varie ragioni. Paradossalmente le parti più suggestive - dal mio punto di vista - le ho scritte quando stavo male mentalmente, anche se probabilmente avrei potuto riposarmi, anziché scrivere, ma non l'ho fatto. Nel libro ad un certo punto un personaggio ci dà il suo punto di vista sul rapporto tra sofferenza e la crescita personale, un po' della serie "è vero che la fenice rinasce dalle sue ceneri?"
Anche in questo caso dalla sofferenza - la mia, in questo scenario - è nato qualcosa, per me positivo e spero che chi leggerà il mio romanzo possa capire.
Vorrei poi specificare che l'esperienza di ogni persona è diversa, per cui quella del personaggio X sarà diversa da quella di chi legge e questo è il bello: ogni vita ed esistenza è diversa dall'altra.
Il suo autore del passato preferito?
Nonostante io abbia letto solo qualche frammento delle sue opere ormai parecchio tempo fa -alle scuole medie, senza neanche farlo di proposito - devo ammettere che uno degli autori del passato che mi affascina di più è Edgar Allan Poe, per il genere che trattava e che adoro, di cui sicuramente leggerò altro.
Vorrei anche menzionare Agatha Christie e Arthur Conan Doyle per lo stesso motivo.
Ultima ma non meno importante, l'autrice sarda recentemente deceduta Michela Murgia, di cui ho letto Accabbadora e che portava avanti importanti battaglie che sostengo con fierezza, come il suo femminismo e il concetto di famiglia queer.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Premettendo che rispondo a questa domanda senza essermi informat* prima sugli audiolibri perché non ne usufruisco, ma, da quel che so, possono essere una svolta geniale.
Prima di tutto perché permettono ai ciechi/persone cieche a seconda della preferenza - categoria, ricordo, che non comprende solo chi non vede al 100 per cento, ma un'ampia fetta di popolazione ed è quindi uno spettro, come molte disabilità o condizioni - di avvalersi di un'alternativa al testo scritto in braille, che probabilmente non è sempre accessibile in termini concreti.
Inoltre è più accessibile per lettori di ogni tipo: come una persona può ascoltare un podcast mentre fa una passeggiata, può fare altrettanto con un audiolibro.
Ad ultimo, anche l'audiolibro può permettere l'uditore di immedesimarsi nei personaggi, calarsi nei luoghi e così via, specialmente se accompagnato da sottofondi musicali.