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10 Ago
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Intervista all'autore - Simonetta Vacca -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Vengo dalla Sardegna. Ho vissuto a Furtei uno splendido paese in provincia di Cagliari per 18 anni, il lavoro poi mi ha portato a Brescia dove vivi tutt'ora.
La scrittura è sempre stata la mia maniera di comunicare con gli altri, ora più che mai mi diverte tantissimo scrivere racconti dove posso fare trasparire la mia visione del mondo e le mie speranze.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un momento preciso, posso scrivere anche di notte.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ne ho uno in particolare, ma Grisham lo leggo volentieri. Michela Murgia mi ha affascinato, ha una scrittura bellissima.
 
Perché è nata la sua opera?
Perché osservando il degrado di questa società volevo lanciare un grido di speranza e un invito a correggere alcune nostre azioni che influenzano in maniera negativa gli altri. Si può fare qualcosa a riguardo anche attraverso un racconto.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Ha influito molto, ho fatto degli studi filosofici che mi hanno insegnato a osservare quanto succede intorno a me, e dunque la consapevolezza di ciò che ho attorno mi ha influenzato su ciò che volevo scrivere.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Senza dubbio un modo di raccontare la realtà, anche se romanzando e aggiungendo estetica, così da rendere più accettabile una realtà che a volte è dura da affrontare.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tanto dal punto di vista della speranza che io inserisco sempre nei miei lavori.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Qualcuno in particolare no, ma qualcosa come l'ingiustizia che dilaga in tutti i settori della vita, e i bambini purtroppo ne subiscono il peso.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mio marito.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso che possano coesistere tutte le forme di supporto. Sia il cartaceo così come l’ebook, è una questione di scelta da parte del lettore.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Sicuramente è una forma per raggiungere anche chi ha l'impossibilità di leggere, ma anche chi ama l'interpretazione di un professionista che può trasmettere le emozioni del racconto. È un ottimo strumento di veicolazione della cultura.

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