Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Ho quasi ventisette anni e lavoro come Operatore Socio Sanitario.
La mia città, Rieti, è un piccolo capoluogo di provincia appartenente alla Regione Lazio.
È una realtà davvero molto piccola, ed è anche la mia fonte di ispirazione proprio perché riesco a rappresentarla come luogo tipico di un libro.
Sono nata e cresciuta qui, i suoi paesaggi hanno influito in alcune poesie presenti nel libro.
Adoro ogni stagione vissuta qui!
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Senza ombra di dubbio “ma le stelle quante sono” di Giulia Carcasi.
La prima volta che ho letto questo libro avevo quindici anni, proprio l’età adolescenziale, è stato un rifugio e credo che ogni ragazzo dovrebbe leggerlo almeno una volta nella vita.
Adoro la Carcasi, ha una struttura lineare, comprensiva e questo permette di avere una lettura scorrevole, genuina. Ha un senso di empatia enorme.
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Il cartaceo ha il suo fascino!
Chi non si è mai perso tra le corsie di una libreria ad annusare le pagine, avere quei micro taglietti sulle dita mentre si sfoglia un libro che incuriosisce?
Sicuramente l’eBook ha la sua praticità, si può leggere qualunque cosa in qualunque momento, ma sentire la pesantezza del libro, poterne sentire il rumore delle pagine e il profumo sia impagabile.
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura per me è stata un colpo di fulmine in tenera età che mi ha permesso di scovarne un amore ponderato, parafrasando la domanda.
Mi sono avvicinata al mondo della scrittura che ero molto piccola, mi piaceva inventare storie, scrivere frasi su pensieri che mi ronzavano in testa, vedere un paesaggio e riuscire a descriverlo.
Con il passare degli anni ho scritto e pubblicato due romanzi, ed ora sto per pubblicare la mia prima raccolta di poesie.
Trovo tutto così incantevole e surreale!
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Sicuramente la curiosità di scrutare il mondo partendo dalle piccole cose.
Una giornata di pioggia può suscitare tantissime emozioni, per un’appassionata di tramonti come me i colori che il cielo dipinge ogni sera in modo differente mi fa venire voglia di scrivere e così è nato “Note al vento”.
Una folata di vento ha raccolto i miei pensieri e mi ha permesso di trascriverli nero su bianco.
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
A tutti capita di perdersi.
Ma sappiamo sempre ritrovarci.
A volte basta chiudere gli occhi ed ascoltare il rumore delle onde.
Altre volte, invece, custodiamo un dolore che abbiamo paura di non riuscire a superare.
Io spero che fra le mie parole il lettore possa sempre ritrovare parti di sé, come posto sicuro dopo una notte di tempesta.
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Come accennavo prima, la scrittura è un qualcosa che mi porto dietro praticamente da sempre, ma ad esser sincera fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di far leggere qualcosa di mio a qualcuno.
Accade così per caso, senti la voglia dentro che ti spinge a farlo, forse un po’ per gli altri ma credo anche un po’ per noi stessi, per capire che in fondo si vivono emozioni differenti ma alla fine c’è sempre una caratteristica che ci accomuna tutti.
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ci sono molti riferimenti al senso di famiglia.
Ed io sono partita proprio da questo, ognuno di noi alimenta dentro sé dei legami.
C’è un componimento che fa riferimento alle tante domeniche che condividevo con mia nonna, di lei sento ancora il profumo di ragù e la luce nei suoi occhi, che nonostante da qualche anno non ci sia più, per me non si è mai spenta.
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Capita di avere sempre timore di non riuscire a terminarlo.
Ma ho imparato molto dalla vita, non c’è bisogno di avere fretta, le cose se le vogliamo veramente e ci crediamo, accadono!
Il suo autore del passato preferito?
Ne ho due di autori preferiti: Giovanni Pascoli e Luigi Pirandello.
Il primo mi ha dato tanto per via del bambino che ognuno porta dentro di sé per la vita.
Il secondo mi ha insegnato che ognuno di noi ha tanto da dare ma spesso si nasconde per paura di apparire per ciò che si è realmente.
Grandissimi autori!
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Trovo che l’avvento dell’audio libro sia sicuramente un’ottima cosa per coloro che presentano difficoltà nella lettura autonoma.