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16 Giu
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Intervista all'autore - Tullo Galletti -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Cresciuto a Milano dove ho frequentato il liceo classico Parini; mi sono laureato in Architettura al Politecnico nel 1967.
Trasferitomi a Verona, occasionalmente mia città natale, con l'ambizione (politica) di fare l'urbanista nella pubblica amministrazione, nel 1972 entravo per concorso ai corsi di laurea della neonata facoltà di Urbanistica di Venezia dove mi sono laureato nel 1975, avviandomi alla carriera universitaria compatibilmente con il ruolo di Dirigente del settore urbanistica e trasporti della Provincia di Verona. Per 30 anni sono stato docente a contratto del Politecnico di Milano. Con tali accrediti ho partecipato a studi di pianificazione territoriale e dei trasporti con i maggiori esperti italiani, producendo relazioni, saggi e dispense di carattere tecnico scientifico, pubblicate in vari atti di convegni. Con il Covid, ridotto in lockdown, per evasione e divertissement ho pensato di riversare la mia attitudine alla scrittura in un primo tentativo narrativo, con il romanzo "Amori e archeologia" pubblicato per pudore sotto pseudonimo: Tulliola Gallucci. Al termine di una carriera professionale che mi impegna ormai solo in questioni di grande momento, nonché il lusinghiero accoglimento di quel primo libro mi ha indotto a proseguire nel "divertimento letterario" approdando al secondo romanzo: "Ferragosto con delitto a Saint-Tropez".
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non c'è un preciso momento, dipende molto anche dalle mie disponibilità di tempo libero nella giornata, spesso costellata da impegni professionali. Per esempio mi capita la notte di interrompere la lettura del libro di turno (amo leggere di notte) per scrivere appunti, pensieri o integrazioni narrative che riporto nel testo il giorno seguente appena posso. Comunque direi che da metà pomeriggio in poi, quando mi sento ormai libero da impegni, trovo piacevole dedicarmi alla scrittura.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Sono due: Kent Haruf e l'amatissimo Camilleri, che -come dice giustamente De Giovanni- quando finirà questa storia che per essere "alta" la letteratura deve essere incomprensibile, sarà ampiamente e maggiormente celebrato.
 
Perché è nata la sua opera?
Uno dei motivi per cui mi sono cimentato nella scrittura di un "giallo" è il constatare costantemente che celebrati autori come Juan Gòmez-Jurado non sanno descrivere un'ambientazione o i movimenti dei protagonisti (sospesi a metà fra Wonder Women e Beatrix Kiddo), o come Don Winslow cerchi di coinvolgere il lettore con le sue le furibonde atrocità e volgarità (gratuite), tanto per citarne due (ma anche la Lackberg gioca a rendersi poco comprensibile per cercare di complicare le trame). Simenon non aveva bisogno di questi trucchetti e io ho voluto provare a scrivere una trama complessa in modo piano e leggibile (spero).
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente una moglie professoressa di lettere colta e sensibile che ha fatto da costante complemento alla mia cultura classica, rinnovandone le memorie, e sensibile alle sollecitazioni in materia di arte e architettura che ero in grado di apportare nella nostra vita di coppia.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me è maggiore l'interesse per la realtà che non l'evaderne, e di conseguenza il piacere di descriverla in modo a tutti comprensibile. Forse una componente di evasione consiste in una mia costante propensione per la progettualità, espressa secondo un criterio indicatomi quando ero studente da un grande maestro dell'architettura: "progettare perseguendo l'utopia della realtà". Credo di non aver mai ricevuto insegnamento più bello e prezioso.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Claudio, archeologo e esperto d'arte è sicuramente una proiezione della mia personalità. Un altro aspetto riguarda la mia fortissima curiosità per i mondi "altri": i comportamenti dei bambini (non qui) e dell'universo femminile, questo in particolare come esplicitato mirabilmente dalle attentissime notazioni di una mente giovanissima, quella di Natalia Aspesi. Un mondo che mi sono divertito a cercare di interpretare tentando di descriverne sentimenti e comportamenti -appunto- "aggiornati".
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No, piuttosto il sentimento di rivalsa verso chi, pur scrivendo male, è sostenuto dalle maggiori case editrici.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
L'ho fatto leggere in famiglia per avere un aiuto a una prima correzione di bozze.
Diciamo che ho dovuto faticare abbastanza per convincere mia moglie a dedicarsi alla lettura di una letteratura prevedibilmente "bassa".
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Spero di no. Almeno non solo. Per me il fascino della carta stampata è insostituibile; non solo è una questione percettiva, ma anche un modo per conservare fisicamente la memoria di ciò che si è letto e la possibilità di trasmetterlo e tramandarlo ad altri. Una modalità quindi da sostenere e promuovere.
Devo ammettere però che l'e-book è uno strumento utilissimo e prezioso per la possibilità di portare con sé un'intera biblioteca, in viaggio, in vacanza, o in condizioni di necessità.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Certamente un servizio altrettanto utilissimo e prezioso per chi ha problemi di vista, dagli ipovedenti a persone affette da maculopatia, o altri danni alla vista.
Personalmente non ne avverto -fortunatamente- l'esigenza e penso che la recitazione mi distrarrebbe dai contenuti, così come mi succedeva da bambino quando ascoltando racconti alla radio tendevo "a perdere il filo".

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1 COMMENTO

  • Link al commento Giuliana Vogel inviato da Giuliana Vogel

    Non vedo l ora di appassionarmi. Amo molto i gialli. Coinvolgono e rilassano

    Martedì, 20 Giugno 2023 16:16

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