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22 Mar
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Intervista all'autore - Matteo Candido -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Da piccolo pensavo di fare l'aviatore o il poliziotto. Poi l'idea di essere fianco con chi è più sfortunato, mi ha portato in Africa.
Dopo gli studi e il matrimonio, sono entrato nel servizio di volontariato, con la moglie e i figli. Il confronto delle idee mi ha sempre interessato, e tra queste, quelle religiose mi sonno apparse quelle che vanno più a fondo. I primi dialoghi avvennero sui giornali locali.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Oggi che si dispone del computer, ogni momento è buono per buttar giù qualche idea o per approfondirla. Ed è in genere come risposta a quello che leggo.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un autore preferito. Anzi penso che sia pericoloso attaccarsi ad uno specifico, condizionandoti poi tutte le scelte successive. Non mi attirano i romanzi, ma i libri sodi, che si trovano in genere nel passato.
 
Perché è nata la sua opera?
È una conseguenza del mio pensare e del cercare di capire con chiarezza la realtà, che mi pare non possa scaturire che dagli strati filosofici e religiosi. Come altri miei piccoli scritti, anche il dialogo con i miei nipoti, è tentare di farli entrare nei gangli di fondo della vita, che è bella, ma troppo spesso deviata dai rumori e dai colori della superficialità moderna.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La mia coscienza si è sempre cimentata con quello che vedevo e sentivo nell'ambiente e nella mentalità circostante. E nella reazione, non solo negativa, mi sono venuto costruendo la posizione di fondo che mi guida nella vita.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Da quello che ho detto, si ricava che lo scrivere non fu mai un'evasione. Si tratta di vedere poi il valore dei risultati.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Anche qui, vale quanto già detto. Ciò che scrivo e voglio scrivere è anche, se prima di tutto, me stesso e la mia coscienza.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non c'è una persona in particolare. Si può dire che è quello che in me progressivamente si sta concretizzando nella mia convinzione
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il mio scritto lo farò leggere doverosamente ai miei nipoti, anche se penso che sia una cosa ancora troppo impegnativa.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook è importante, ma il pensiero si forma e si arricchisce sulla carta.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La conversazione è utile, ma non può sostituire la riflessione e il ragionamento personale

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