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21 Mar
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Intervista all'autore - Margherita Calafiore -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono un'insegnante di Lettere in pensione. Sono nata a Reggio di Calabria e ho trascorso la vita ininterrottamente nella mia città natale.
Sono vedova e madre di un figlio diversamente abile, con il quale vivo tuttora, e di una figlia sposata. Da tre anni ho perduto la mia primogenita. Le avversità che hanno attraversato la mia vita hanno fortificato il mio spirito e rinsaldato la mia fede in Dio.

Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Qualsiasi libro andrebbe bene, purché gli adolescenti leggano. Non ha importanza quale genere narrativo scelgano, perché ogni libro è una ricchezza che, se colta nel modo giusto, aprirà mondi nuovi e nuove prospettive. Comunque io amo i classici, pertanto non potrei che consigliare i miei autori preferiti, ad esempio Boris Pasternàk (Il dottor Zivago), Victor Hugo (I miserabili), ma anche autori italiani come Pirandello (Il fu Mattia Pascal), Primo Levi (Se questo è un uomo), Italo Calvino (Marcovaldo). Khaled Hosseini (Il cacciatore di aquiloni).
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’eBook?
Sicuramente l' eBook risponde meglio alle esigenze dei giovani, che utilizzano il web e il mondo virtuale per vari scopi, anche per studiare. Certamente il libro cartaceo ha un altro sapore, la lettura è più intensa e coinvolgente; per non parlare poi del profumo dei libri, antichi o nuovi che siano! Quindi il libro cartaceo non dovrebbe mai essere sostituito da quello digitale e quest'ultimo deve rimanere ad esso complementare.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Fin da giovane ho amato affidare alla carta le mie impressioni e le mie esperienze, ma gli studi prima e il lavoro e la famiglia dopo non mi hanno permesso di coltivare i miei interessi, perciò ho cominciato a scrivere solo da pochi anni.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
L'affetto profondo e l'ammirazione per la mia mamma mi hanno incoraggiato a scrivere questo romanzo. Il mio primo intento è stato infatti quello di rendere partecipe il lettore della sua storia, fatta di rinunce, di sacrifici e di dedizione profonda verso le proprie figlie rimaste precocemente orfane di padre.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Attraverso il mio scritto vorrei trasmettere alcuni valori fondamentali, come l'unità e gli affetti familiari, lo spirito di sacrificio e l'altruismo, la condivisione e la solidarietà, la libertà e la pace, nella convinzione che nella eterna lotta tra male e bene trionferà sempre il "bene".
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è stata sempre per me una aspirazione. Quando ero bambina ogni evento mi offriva l'occasione di utilizzare la penna, ma non ho potuto, fino a qualche anno addietro, realizzare i miei obiettivi per vari motivi.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Gli episodi sono tanti, in verità alcuni mi rattristano altri mi ispirano nostalgia, altri mi fanno sorridere. Ogni evento mi suscita emozione, perché il ricordo è l'unica traccia del passato che possa essere ancora vissuta, almeno dentro noi stessi.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Ho temuto di non potere portarlo a termine, a causa degli eventi che mi hanno travolta, ma mi sono imposta di farlo, per lasciare un segno delle persone che più ho amato e che meritano di essere ricordate. La scrittura è stata per me come un amico invisibile e discreto con il quale ho potuto alleviare le cicatrici del mio cuore.
 
Il suo autore del passato preferito?
È Alessandro Manzoni, sia per la modernità del linguaggio sia per il messaggio educativo e morale che ci ha trasmesso.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
A mio avviso l'audiolibro è senza dubbio un utile strumento educativo e didattico, sia per i bambini, che possono dilettarsi nell'ascoltare storie e favole, sia per i non vedenti, che in tal modo non rimangono privati della conoscenza e dell'esperienza di cui altri fruiscono liberamente.

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