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08 Mar
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Intervista all'autore - Filippo Falzi -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato e vivo da sempre a Ravenna. Dopo aver ottenuto il diploma come perito elettronico mi sono allontanato dalla carriera scientifica e ho seguito il percorso umanistico,
a cui sono sempre stato affine ma che ho sempre messo in secondo piano in vista del futuro. Mi sono iscritto all'università di lettere di Urbino e successivamente a quella di storia di Bologna, ma nessuno dei due corsi aveva soddisfatto le mie aspettative. Non ho deciso di diventare uno scrittore, scrivere è un passatempo che ho sviluppato anni fa e che ho affinato durante questo tempo, solo adesso ho deciso di pubblicare alcune delle mie opere.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Solitamente scrivo durante la sera, è il momento in cui sono più ispirato e mi aiuta a rilassarmi prima di andare a dormire, ma ci sono momenti vuoti della giornata che passo a correggere o a rivedere alcune opere più datate.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Al momento non ho autori preferiti, gli ultimi libri che ho letto o ascoltato in versione audio sono la saga di Harry Potter, Frankenstein, Dracula e svariate opere di H.P. Lovecraft, ma l'autore che ha riacceso la mia passione per i libri è sicuramente Rick Riordan e la saga di Percy Jackson.
 
Perché è nata la sua opera?
Inizialmente la scrittura serviva solo per lasciar correre la fantasia, ma col passare degli anni ho cambiato un po' modalità di pensiero: crescendo, ho cominciato a guardare film e serie televisive con occhio più critico, badando non solo alla comicità come avevo sempre fatto, ma anche allo sviluppo dei personaggi e alla loro coerenza con la trama. Tutto ciò è per dire che negli ultimi anni sono rimasto davvero insoddisfatto dai media televisivi e dai loro tentativi di essere corretti nei confronti di culture diverse, così ho scritto un libro che rispetti i valori tradizionali di un'avventura fantasy senza curarmi di agende o altri fenomeni sociali contemporanei.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sono cresciuto con una grande passione sia per la scienza che per la lettura, ma ho favorito la prima pensando che sarebbe stata più utile per trovare lavoro in futuro, tuttavia le scuole superiori hanno eliminato la magia e la curiosità che la scienza mi evocavano, così ho ripiegato sulla lettura e soprattutto sulla scrittura. Inoltre, la quarantena ha sicuramente incrementato il mio bisogno di evadere dalla realtà triste e deprimente in cui ero caduto creando un mondo fantasy ampio e pieno di opportunità.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Ovviamente scrivo per evadere dalla realtà. Sono abbastanza contento della mia vita ora come ora nonostante alcuni cambiamenti potrebbero migliorarla, ciò che non sopporto è la condizione del mondo intero tra guerre, inquinamento e altri problemi troppo grandi per una persona semplice come me. Non mi interesso particolarmente alla politica e all'economia contemporanea, ma i problemi che causano arrivano anche a me e a volte è meglio prendersi una pausa dalla realtà prima di affrontarla.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Non c'è molto di me in questo libro, i miei personaggi sono molto diversi l'uno dall'altro, ma a volte prendono decisioni o reagiscono ad alcune situazioni in modo simile al mio.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Non c'è una persona specifica che mi ha ispirato a scrivere il libro, ma ho preso ispirazione da vari media tra libri, film, serie TV e videogiochi. Il mio romanzo è pesantemente influenzato dal gioco di ruolo Dungeons&Dragons, a cui purtroppo non ho mai avuto occasione di giocare, per quanto riguarda il fattore fantasy, la magia e le forme di vita che abitano il mondo, ma ci sono affluenze dalle opere di J. R. R. Tolkien e da altri colossi del genere fantasy.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mio padre mi ha chiesto di leggere il romanzo dopo averglielo raccontato e interpretato durante i lunghi viaggi di andata e ritorno tra Ravenna e Urbino. Anche lui è appassionato di fantasy ed è stato lui a propormi di pubblicare il primo di una serie di altri libri che verranno.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo sia possibile che l'ebook sostituirà eventualmente il libro cartaceo, ma sarà un processo molto più lungo di quanto si possa pensare. Personalmente preferisco la versione cartacea dei libri, ma posso capire come la portabilità e versatilità di un dispositivo Kindle possa attirare soprattutto le generazioni più giovani.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ultimamente ho ascoltato degli audiolibri per "leggere" alcuni classici che volevo immagazzinare nella mia memoria. è stato molto comodo ascoltare romanzi mentre facevo altre cose che non richiedevano la mia attenzione e sono altamente favorevole all'utilizzo di audiolibri, specialmente, come detto in precedenza, perché le generazioni più giovani possono trovare leggere un libro noioso.

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