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BookSprint Edizioni Blog

23 Feb
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Intervista all'autore - Ebro Dellanoce -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato il Lombardia, in provincia di Brescia. Esattamente a Darfo Boario Terme, dove c'era l'ospedale.
Vivo da sempre a Esine, in Vallecamonica. Credo sia una fortuna, perché la zona dove vivo è tra le montagne, vicino al lago d'iseo e ad altri piccoli laghi. Sono nella natura, diciamo, c'è molto verde.
Ho girato un po' il mondo, visto posti diversi. Ma la Vallecamonica, le mie radici, sono qui e qui amo stare.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
È controproducente cercare di dare consigli ad un adolescente. È un periodo, quello, in cui devono sviluppare ed ampliare la loro capacità di autonomia. Sono poco ricettivi ai consigli e ai suggerimenti, e forse è giusto che sia così.
Se poi, a quell'adolescente capitasse il mio libro fra le mani e cominciasse a leggerlo, andrebbe bene. Quel libro nasce proprio per "passare" alcuni concetti anche ad un adolescente. Ma direi la stessa cosa se capitasse tra le mani di un bambino o se ancora prima un genitore decidesse di leggerlo a suo figlio... Così questi concetti arriverebbero al piccolo ma anche a chi lo legge, al piccolo,,,
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Io qui sono ancora un nostalgico... Amo molto sentire la carta del libro fra le mani. È una sensazione che fa parte del leggere il libro.
Oggi si fa tutto con il cellulare, si leggono anche i libri, col telefonino o con il tablet.
Leggere è una passione, aiuta ad ampliare il proprio "Tempio" personale, quindi se le persone scelgono l' eBook, va bene. Importante è ampliare il proprio Tempio...
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Credo più la seconda. Scrivi se hai qualcosa di importante da trasmettere, almeno io la vedo in questo modo. Spesso si scrive per dare aria al proprio ego. Allora si può scrivere qualsiasi cosa, può essere una terapia personale quella di scrivere. Spero che questa cosa mi sia risparmiata.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
È un percorso che ho vissuto. Davvero, una sera, uscendo da un teatro dove mio figlio aveva partecipato ad una recita teatrale, mi sono chiesto se non fosse possibile utilizzare anche una recita teatrale per "passare" all'ascoltatore qualche messaggio "più costruttivo del solito" e non limitarsi ad una storia emozionante ma un po' fine a sé stessa... Questo è stato l'input che mi ha colto.
Questo libro, infatti, potrebbe essere anche uno spettacolo teatrale, che uno va a vedere e si porta a casa "cose" che lavorano in lui anche senza che si accorga... Che lo fanno sentire bene, senza che sappia nemmeno perché...
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Mi piacerebbe che le persone imparassero a rendersi più responsabili della loro esistenza. Tendiamo, eccedendo, a demandare tutto agli specialisti, quando invece il protagonista della propria vita deve tornare ad essere la persona che vive, ogni persona che vive.
Abbiamo delle capacità, semplici, che migliorano la nostra qualità di vita, ma che non sappiamo di avere, perché forse sono scivolate nel dimenticatoio... La lettura può servire a ritrovare questo contatto utile ed efficace per ogni essere vivente.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da piccolo non ho mai pensato di voler scrivere un libro. Ne ho preso consapevolezza crescendo. Penso a uno strumento che possa essere utile. Diciamo che ci sono scrittori che amano emozionare con la scrittura ed altri che utilizzano la scrittura per trasmettere capacità.
Chissà io, dove verrò collocato...
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ho sentito una grande forza uscire da quello che via via scrivevo. Non ho neanche pensato che un giorno avrei pubblicato questo libro. Era tra le possibilità, ma non era una ossessione. Infatti è rimasto fermo, nel mio scaffale per credo 5 anni. Poi un giorno ho pensato che leggerlo, a puntate, in una scuola parentale con cui collaboravo insieme alla mia compagna Denise, poteva realizzare il motivo per cui avevo "sporcato quei fogli bianchissimi". È stata Denise a dirmi che sarebbe stata buona cosa pubblicarlo.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Arrivato l'input, uscendo da quel teatro, di voler unire l'utile al dilettevole, la scrittura poi è arrivata di getto, e sono arrivato alla fine senza intoppi o ripensamenti.
 
Il suo autore del passato preferito?
Ho letto tanto e continuo a leggere tanto. Sono tanti gli autori che ho apprezzato. Ognuno col loro stile, ognuno con le loro motivazioni. Se devo fare il nome di uno scrittore che mi ha sorpreso, direi Giorgio Faletti, perché mi è piaciuto e forse non so definire perché.
Ma sono davvero tanti.
Uno che da qualche anno mi intriga è Paolo Barzacchiello, perché secondo me anche lui ha un po' l'intenzione di trasmettere cose utili.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Personalmente prediligo l'audiolibro all'eBook, proprio perché l'audiolibro lo puoi ascoltare anche mentre guidi o mentre ti rilassi in un certo modo. Credo sia un buon frutto della tecnologia, l'audiolibro. Tecnologia che non sempre fa cose utili...

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