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20 Gen
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Intervista all'autore - Giovanni Morandi -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono toscano, ho fatto gli studi Classici, poi mi sono laureato all'università di Pisa in Giurisprudenza.
Quindi ho iniziato la professione legale e quella di Assistente all'Istituto di Psicologia di Pisa.
Quindi ho vinto un concorso per Direttore degli Uffici Finanziari, poi posizioni di vertice, Capo Area nell'Agenzia delle Entrate.
All'inizio del nuovo millennio, scrissi una short-novel pubblicata con lo stesso titolo del libro ora ripubblicato in versione più approfondita, aggiornandone la parte più introspettiva.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La sera, oppure all'alba, nel momento in cui i sogni si confrontano con la realtà.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Carofiglio attualmente, prima di lui Borges e Patricia Highsmith, per me la migliore scrittrice di gialli.
 
Perché è nata la sua opera?
Per raccontare una storia, inventata, sotto forma di un giallo.
Poi, come ho detto, dopo quasi 20 anni l'ho ripresa, aggiungendo parti introspettiva e filosofiche.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sono vissuto in una famiglia, di cultura elevata, ed anch'io, modestamente, ritengo di averne a sufficienza...
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere in prima persona, come ho fatto io, è come vedere un film, dove l'autore percorre un percorso di arricchimento del proprio essere.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Moltissimo, soprattutto nella parte più introspettiva.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Tante persone, che ho avuto la fortuna di conoscere.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ad una donna che amo, perché il romanzo parla di molte donne.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
No, nulla può eguagliare il piacere di sfogliare le pagine scritte su carta.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Serve solo ai pigri o agli ipo-vedenti.

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