Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Perugia dove sono rimasto fino a cinque anni fino a quando la mia famiglia si è traferita prima a Velletri e successivamente a Roma.
la mia crescita è avvenuta in un quartiere romano di periferia, il Quadraro dove ho dovuto affrontare momenti difficili di convivenza con i bulli locali. Ho sempre affrontato la vita con il desiderio di realizzare un sogno: quello di fare teatro, diventare un attore. Ho scartato la possibilità di diventare un ingegnere perché il mio sogno era preponderante. Mi sono dedicato prima al teatro per ragazzi che mi ha dato l'opportunità di conoscere la forza vitale e immaginativa dei piccoli, poi mi sono dedicato al teatro dei burattini per la loro forza espressiva e immaginativa con cui potevo rapportarmi con un mondo fantastico. Negli anni ottanta scrissi la mia prima commedia per ragazzi alla maniera di un music hall. In seguito cominciai a scrivere testi teatrali per adulti. negli anni ho avuto primi premi per i miei testi per ragazzi e in seguito premi per due regie di testi di Samuel Beckett.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non seguo orari precisi per dedicarmi alla scrittura in quanto le idee mi sorgono in ogni momento della giornata e della notte.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Samuel Beckett
Perché è nata la sua opera?
Dopo aver inseguito il sogno, al termine della mia carriera mi sono accorto che la mia vita era strettamente legata alla mia professione di attore, regista ed educatore culturale. Durante il mio cammino artistico non ho mai sentito il bisogno di produrmi come scrittore al di fuori di ciò che scrivevo per il mio lavoro. Tutto è nato durante la pandemia nel 2019, quando non si poteva frequentare i teatri così, per rimanere attivo cominciai a mettere dei ricordi su carta e poi nel computer. Idee, pensieri e ricordi si affastellavano nella mia mente in un turbinio caotico, saltando dal presente al passato e viceversa. Mi tornarono fulgidi, chiari e pressanti alcuni ricordi che erano rimasti rinchiusi nel cassetto della memoria. Il fluire continuo di alcuni eventi mi spinsero a dare un ordine ai ricordi e mi appassionai a raccoglierli su un quaderno. La mano scorreva e un ricordo ne richiamava un altro. Mi accorsi che la materia fluiva incessantemente così di giorno fissavo quello che di notte mi appariva nei sogni. Di giorno il meccanismo era avviato così iniziò la scrittura del mio libro.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Nel mio libro riporto gran parte delle esperienze della mia vita per cui posso dire che il mio libro parla di me come un'autobiografia. Tutto quello che ho riportato nelle pagine de "Il sogno nella vita" risponde a verità e a vita vissuta. Nel mio libro racconto delle mie esperienze di vita vissuta, selezionate nell'arco dei miei oltre settant’anni. Il significato di questo libro è quello di far capire al lettore che il destino, il mio destino, mi ha condotto per mano in ogni momento della mia vita, essendo io l'unico responsabile di ciò che è stato il mio percorso artistico. Il lettore, leggendo il mio libro, saprà seguire una ipotetica linea rossa, tracciata invisibilmente tra i vari capitoli dove le parole e gli avvenimenti si rincorrono fino a formare una tela di verità.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me, almeno per questo mio primo esperimento lo scrivere è stata una necessità per raccontare la realtà.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Dentro il mio libro c'è tutto me stesso.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fondamentali sono stati i miei cari, mia moglie, mia madre, mio padre i miei fratelli, e alcuni amici.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Non l'ho fatto ancora leggere a nessuno ma la prima persona sarà mia moglie.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non credo che l'ebook sarà mai in grado di sostituire il libro cartaceo, anche se credo che prenderà sempre più piede. Il vero lettore comunque, pur utilizzandolo per qualunque ragione, non abbandonerà mai il libro di carta perché esso è l'amico con cui si rapporta anche affettivamente. Un conto è scorrere pagine elettroniche e un conto è sfogliare il foglio di carta da tenere bene in vista in mezzo ad altri libri con tra le pagine un segnalibro anch'esso di carta. Nel mio studio tutte le pareti sono piene di libri e l'unica mia preoccupazione è "che fine faranno, in futuro? qualcuno saprà proteggerli? Io ho impiegato anni a sceglierli e a conservarli". Con l'ebook non ci saranno più (spero di no) dorsi di libri che possano facilitare a colpo d'occhio la scelta del libro che si vorrà tenere in mano e legger. Un lontano domani i libri non saranno più in mostra nelle librerie ma saranno depositati nei magazzini, lasciando il posto ad un solo e-book che raccoglierà tutti gli scritti del momento.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è una vera e potente invenzione perché se la voce del lettore è quella di un attore che sa dare le giuste intonazioni, le giuste pause, la diversa modulazione del volume, allora sarà utilissimo per chi sarà impossibilitato a tenere in mano un libro, a chi è ipovedente a chi vuole gustare in silenzio e in tranquillità una lettura che saprà emozionare. Immaginiamo un film straniero doppiato da attori italiani ebbene, se si toglie il video e si lascia solo il perfetto linguaggio dei doppiatori, avremo realizzato un ottimo audiolibro.