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20 Dic
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Intervista all'autore - Angelo Pagano -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Trinitapoli (BT), la mia famiglia per circa un anno si trasferì a Milano, ma i ritmi della città non erano adatti a mia madre già cardiopatica.
Pochi anni dopo un infarto devastante ce la portò via e per cui rimasi orfano di madre sino dall'età di 12 anni. Mio padre è riuscito a trasmetterci la voglia di studiare ed a restare uniti anche se distanti. Di professione ho fatto l'Infermiere; ora sono da poco in pensione e posso dedicarmi di più a scrivere e giocare ai vari tornei di scacchi che si tengono nei pressi della mia città. NON so se definirmi uno scrittore, direi che mi piace scrivere, ma non è una cosa che ho deciso io, bensì mi è stata inculcata dai vari professori di lettere che ho avuto. Sono felicemente sposato dal 1990, ed ho due figlie degne del loro destino ed a cui cerco di soddisfare i loro bisogni nei limiti delle mie possibilità.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Prima nei ritagli di tempo che mi restavano e se ero in vena di farlo; ora ho un po' più di tempo e lo faccio indipendentemente da quelli che sono i risultati. Scrivo per me stesso per le mie figlie e per i giovani. Se il pubblico mi riterrà meritevole di qualche plauso che ben venga; io comunque continuerò per la mia strada.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Elio Pecora, per il volto che inculca fiducia.
 
Perché è nata la sua opera?
Perché odio la guerra a cui preferisco l'amore, e la pace.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Indubbiamente molto, sia per gli stimoli che per qualche piccola soddisfazione che ho ricevuto durante le presentazioni di alcuni dei miei libri.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per quanto mi riguarda è un modo per raccontarla anche se a modo mio, diventa evasione quando scrivo poesie e/o racconti fantasiosi.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Di mio, a parte il ripudio verso le guerre, c'è l'inventiva e la fantasia dei personaggi.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Più che qualcuno, direi qualcosa, cioè l'attuale guerra in Ucraina.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Come al solito a mia moglie.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Spero di no.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Uno strumento per raggiungere anche un'altra fetta di pubblico.

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