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16 Dic
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Intervista all'autore - Mirella Salonia -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Sono nata a Firenze ma vivo nella bellissima Ragusa, nella parte più a sud della splendida Sicilia,
dove le spiagge sono ancora quasi tutte libere e bagnate da un mare sfavillante di colori che vanno dal blu profondo al verde smeraldo, le colline tinteggiate di color giallo-paglia d'estate si vestono di colori verde acqua con fiorellini arancioni, fucsia, gialli e rossi, uno spettacolo. E che dire del nostro "Monte" il nostro vulcano Etna che vediamo anche da Ragusa d'inverno con la sua punta innevata e che erutta spesso con colate a dir poco spettacolari.
Mi piace molto leggere romanzi e mi piace molto scrivere, da poesie a canzoni, da romanzi per bambini a romanzi per adolescenti, anche solo per il piacere di dare sfogo a dei sentimenti che ho dentro di me.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Di mattina lavoro. Spesso mi vien voglia di scrivere la notte. Metto giù qualcosa e poi, nei fine settimana lascio andare la mia creatività.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Mi piace molto leggere Clara Sánchez, mi piace il suo modo di scrivere e descrivere i personaggi, amo leggere molto anche Paulo Coelho, per la sua interiorità e perché mi trasporta in mondi lontani, amo molto leggere anche Susanna Tamaro, Nicholas Sparks, ecc.
 
Perché è nata la sua opera?
Quest'opera è nata due anni fa. C'è un po' di vissuto personale e un po' di studi condotti, un po' di esperienze di persone a me vicine. Da qui il desiderio di portare avanti un tema che mi ha appassionato, soprattutto perché credo sempre nell'aiuto della medicina ma, soprattutto, nell'aiuto che le persone a te più vicine possono dare.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tantissimo. Mio padre, appena tornava dal lavoro, dopo pranzo, un po' di pennichella e poi era sempre con il giornale in mano o un libro. Mia madre, insegnante di italiano, oltre ad avere sempre una catasta di temi da correggere, aveva sempre qualche saggio tra le mani la sera da leggere. Mi hanno sempre regalato dei romanzi accattivanti, che io divoravo, soprattutto nel periodo estivo, quando ero più libera dagli studi. Altra passione che mi hanno inculcato è stata la musica classica, che era sempre presente in sottofondo a casa mia.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Entrambe le cose. Quando scrivo, in effetti io entro dentro i personaggi e dunque effettivamente mi rendo conto che quando "rientro" nella realtà per un po' faccio fatica. Ma è anche un modo per raccontare la realtà, perché è comunque vero che, in ogni racconto, nolente o dolente, racconti sempre una parte di te. È quasi catartico.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Come ho già accennato precedentemente, c'è molto, di me, ma anche molto romanzato. C'è tutto e niente. C'è quello che sono e c'è quello che vorrei essere. C'è il mio essere nella realtà e c'è il mio essere che avrei voluto essere. Ci sono IO.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A dei miei carissimi amici. Sono sempre loro i primi a leggere i miei libri, sono i miei supervisori, colori i quali, nella loro obiettività mi dicono cosa va bene e cosa no. Sono Emilio e Monica, marito e moglie, che leggono separatamente i miei racconti e, separatamente, mi dicono le loro impressioni. Non si consultano neanche tra di loro. Sono fantastici
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
A me piace sempre il libro cartaceo. Ha un suo fascino. Il suo odore. Il suo sfogliarlo. Il suono che emette il foglio quando lo giri e quando ritorni indietro. Quando prendi l'evidenziatore per segnare una frase che ti ha colpito l'anima. L'ebook è il futuro, puoi portarlo dappertutto, con il cellulare, appena puoi, leggi un pezzo del tuo libro preferito…ma vuoi mettere il peso di un libro da tenere in mano...sono felicemente antica.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mentre lavo i piatti sento una voce che mi legge il libro? Mentre vado al lavoro e sono in macchina in mezzo al traffico mi legge un passo del libro? Sì interessante. Ma posso immaginare la situazione? Posso farmi trasportare dall'emozione? Boh! Non so! Certo per chi non ha tempo!
Ma per me che credo bisogna ricercare il tempo per sé stessi, per amarsi, per coccolarsi, per rilassarsi, non credo nell'audiolibro visto in questi termini, ma credo in chi è un non vedente e non ha la possibilità di leggere. Allora in quel caso evviva l'audio libro: la persona diversamente abile si siede su una comoda poltrona e ascolta, immagina, entra dentro i personaggi e VIVE dentro la storia.

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