Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato e cresciuto nella zona di Legnano nell’alto milanese. Vengo da una famiglia modesta ma decorosa.
Mio padre, con cui avevo un rapporto un po’ complicato, era un operaio ma un onesto lavoratore, non ci ha mai fatto mancare mai nulla. Peccato che le mie aspirazioni non coincidessero con le sue. Infatti mi avrebbe voluto finanziere o impiegato bancario. Alla fine, per puro caso, divenni un abile agente immobiliare, nonostante la mia indole timida e riservata. L'attrazione verso i libri e la scrittura risale alla mia preadolescenza. Scrissi infatti il mio primo racconto a 11 anni. Successivamente mi dedicai ad altri racconti e alla poesia, che mi permise di partecipare per due volte al concorso Tirinnanzi a Legnano. Poi abbandonai la poesia e realizzai altri racconti di avventura, narrativa oltre a dei brevi saggi e a due miniserie una umoristica stile Fantozzi, l’altra a sfondo mistery. Purtroppo a causa del mio carattere riservato e alla mia autostima a volte traballante non sempre fui spinto a proporre i miei scritti alle case editrici. Solo negli ultimi anni mi sono deciso a propinare senza remore i frutti della mia creatività e con alcuni consensi insperati.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Il pomeriggio è il mio momento preferito per scrivere.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Fabio Volo, Susanna Tamaro, Dan Brown, Isabella Allende
Perché è nata la sua opera?
La mia opera "siamo tutti proprietari" è nata dall’esigenza e dal desiderio di raccontare e condividere con altri alcuni degli aspetti più interessanti e talora curiosi e divertenti della mia attività esterna di agente immobiliare. Sono così tanti e variegati da renderla assai dinamica e tutt' altro che monotona e scontata. Avendo a che fare con molte persone di ogni genere ed estrazione sociale ne ho tratto insegnamenti di vita davvero ragguardevoli. Non potevo tenere tutte per me le emozioni e le impressioni che ne sono scaturite.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
In realtà ha influito certo ma solo in parte. Infatti, essendo una persona piuttosto fuori dalle righe, riflessiva e poco influenzabile difficilmente mi sono adeguato a schemi e preconcetti culturali comuni. Ho sempre cercato di esprimere ed essere me stesso anche nell’ambito della scrittura e della lettura a prescindere da ciò che mi circonda.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Bella domanda. Chi scrive inevitabilmente racconta la realtà sia quella personale che relativa al contesto o alla società in cui vive. Ovviamente ognuno ha la propria percezione emotiva di ciò che sta attorno. Ed è proprio questa diversità che rende originale quindi interessante ed avvincente un libro. Ma lo scrittore, a meno che non sia un giornalista di cronaca, quando si esprime inevitabilmente mette nero su bianco le proprie sensazioni la propria personale visione della vita e del mondo. Qualunque racconto che non sia una mera cronistoria rappresenta altresì un inconscio tentativo di plasmare la realtà e di evadere dalle tensioni, dai pregiudizi e dai comuni cliché’. Insomma si evade un po’___0 da ciò che appare freddo noioso retorico affinché' scrivere diventi più un piacere che un dovere. Un piccolo personale tesoro che nessuno può sottrarci
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Cone già detto, in ogni racconto è insita una personale visione e interpretazione della realtà. Ma soprattutto si crea inevitabilmente un canale emotivo e psicologico in cui far scorrere liberamente se stessi, pur badando bene a non apparire eccessivo volgare quindi sgradevole. (Parlo di me ovviamente) Nel mio racconto "siamo tutti proprietari c’è molto della mia personalità in quanto ho raccontato fatti ed esperienze vissute, seppur
Narrate in modo fluente ed ironico ma realistico. Insomma con leggerezza ma con rigore.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No nessuno in particolare
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia madre. L’ha trovato divertente
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sì e no. È palese che oggigiorno qualunque contenuto digitale è sempre il più gettonato in quanto semplice e comodo da utilizzare e conservare. Però mi pare di capire che il caro e vecchio libro stampato in forma cartacea è immortale. Anzi potrebbe presto essere riscoperto. E meno male!
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La trovo comoda ed interessante soprattutto per i bimbi e le persone anziane. Ma anche per coloro che amano farsi raccontare una storia. Come quando la mamma raccontava le favole.