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14 Ott
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Intervista all'autore - Salvatore Patti -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Perlopiù, lo assimilo a un atto liberatorio. Specialmente quando affronto una qualche tragedia, piccola come grande, privata come pubblica,
trovo lo scrivere un'ottima maniera per raccogliere tutta la negatività e scagliarla lontano da me in un atto creativo. Difatti, tanto mi sento bene dopo aver scritto, quanto fatico a rileggere i miei lavori a mente fredda.
 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tutto, direi. Anche se mi consento un po' di romanza, al fine di migliorare l'esperienza del lettore: le esperienze come le parole, i sentimenti e le emozioni: è tutto farina del mio sacco, nel bene e nel male.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Un grido di dolore: il tentativo di comunicare tutta la mia tristezza al mondo, oltre le maschere che la società ci impone e persuade a indossare. Se anche solo uno dei miei lettori si ritrovasse in una delle poesie che ho scritto, trovandola emotivamente coinvolgente oltre la bellezza dell'artificio letterario, credo che mi sentirei a posto con me stesso.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
Bisogna fare una distinzione. I titoli dei capitoletti sono stati ponderati a lungo, considerando come il nucleo del corpus dati almeno a tre, quattro anni fa; ma il titolo dell'opera, onestamente, è tutta un'altra faccenda. L'ho scelto un po' a caso, seguendo l'estro del momento; dal momento che il libro vuole essere una cernita dei miei componimenti migliori, ho scelto di chiamarlo come i medievali appellavano le antologie di passi celebri di santi e filosofi.
E poi, mia madre adora i fiori.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Baudelaire, i fiori del male. Lo sceglierei sopra altri poeti che adoro, come Petrarca, Pascoli o Leopardi non perché lo preferisca - anzi. Il fatto è che mi piace almeno tanto quanto lo disprezzo, quindi avrei tanto materiale per accese discussioni nella mia testa!
 
Ebook o cartaceo?
Ho letto anche in ebook, ma non c'è niente di meglio, la sera, di addormentarsi con un bel libro in mano e venire catapultati direttamente nell'universo di quella novella.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non è una carriera, direi. Almeno, non per ora.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Ormai era già da un po' di tempo che stufavo il mio caro amico Franco M. B., colloquialmente detto il Comandante William T. Riker (dal nome del Primo Ufficiale dell'Astronave USS Enterprise nella mitica serie The Next Generation di Star Trek), quando fu lui, forse per stima, forse per togliermi di torno, a propormelo. Tanta è la mia stima per il mio amico, che l'idea, la quale prima non mi sfioriva la mente, mi è entrata in circolo. E così, eccoci qua.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Piacevole, direi. La sensazione in cui, per la prima volta, vedi un libro vero, con tutto l'etereo lavoro di anni sopra, prendere forma in un oggetto fisico... è indescrivibile, punto.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La parte più grande, la prima... senza dubbio, Gloria, la persona a cui è dedicata. All'epoca il testo era molto grezzo, e nel file che le mandai le poesie (molte di più, molte che ho finito per correggere o tagliare) erano inserite in una sorta di brutta cornice a romanzo (di cui ora sopravvive solo la sezione sul sogno di Alessandro) che doveva rappresentare la mia vita di tutti i giorni, nel mio struggimento per lei. Ora come ora non so se leggerà mai questa intervista, ma in ogni caso, se a lei per prima non fosse piaciuto il mio lavoro, dubito che avrei mai scritto ancora.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho ascoltato alcuni audiolibri, ma devo dire che non ne vado matto. Possono essere una valida alternativa per risparmiare tempo, ma generalmente quando mi metto a leggere voglio buttare via del tempo, quindi sono convinto che non facciano per me

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