Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È un atto spirituale. Mi avvicino alla scrittura sempre con grande rispetto.
Scrivendo poesie è comunque un atto veloce, repentino, quasi uno sfogo.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Praticamente tutto. Le poesie che ho scelto rappresentano il mio cammino ed episodi che hanno segnato la mia vita, dalla maggiore età in poi.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È stato un atto di liberazione talvolta di pensieri negativi, di spinta verso quelli positivi e di esaltazione dell'amore.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
È venuta di getto. Le ortiche rappresentano un parallelo con la vita, molte volte aspra e orticante e altre volte se saputa affrontare qualcosa di buono e profondo.
Non a caso le ortiche si usano anche in cucina. Quindi possono essere fastidiose o buonissime se sapute trattare.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Cesare Pavese come romanziere, e Sergio Corazzini come poeta.
Sono due autori che hanno segnato profondamente la mia crescita personale.
Ebook o cartaceo?
Cartaceo
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non sono uno scrittore, ma un piccolo poeta.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea nacque molti anni fa, quando in una deserta stazione di Firenze composi i primi versi su un foglio che avevo in tasca.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Una bellissima emozione.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Le poesie, e non tutte, sono state lette da poche persone. Quindi adesso diventeranno di dominio pubblico.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia un importante passo avanti.