Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittrice?
Sono nata in un piccolo quartiere a Lamezia Terme, in Calabria. Ho vissuto lì fino all’età di 22 anni, poi trasferita in Piemonte, a Biella.
Cresciuta in una famiglia patriarcale, terza figlia di sette, mio padre piastrellista e mia madre sarta. Ho vissuto un’infanzia non proprio serena a causa delle pesanti regole vigenti fornite da una mentalità fortemente ristretta e retrograda, dettata dalla chiusura della gente e soprattutto dai genitori, sempre attenti e ossessivi nel mantenere il rispetto delle regole, delle loro regole, a volte in modo anche violento che spesso mi ha fatto sentire come chiusa in una gabbia e non libera di esprimermi in nessun modo.
Credo che il mio passato abbia influito fortemente sul mio vissuto portandomi ad accettare comportamenti sbagliati dagli uomini e a subire per lunghi periodi grandi prepotenze e prevaricazioni.
Con gli anni e con grande forza di volontà ho imparato però a ritrovare la stima per me stessa riuscendo a percorrere un percorso di cambiamento e di accettazione.
Insomma, ho capito quanto valgono le persone, le donne, che tanto amano e tanto soffrono, imparando a scegliere il buono da ogni situazione. Ho imparato che si rinasce ogni giorno, che si possono avere mille opportunità per essere felici e per credere in noi stesse. Sono nata una seconda volta.
Ho deciso così di scrivere questo libro, sperando che la lettura possa aiutare molte altre donne che tanno vivendo momenti di forte difficoltà . Il messaggio che ho cercato di passare è quello di non sentirsi mai perdute o incapaci di rinascere, credere in noi stesse è il primo passo per arrivare alla serenità . Ce la possiamo fare.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In realtà non ho un momento ben preciso, a volte non scrivo per giorni, altre invece scrivo tantissimo, dipende dall’ispirazione che ho in quel momento.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Alessandro D’Avenia è uno dei miei scrittori preferiti, ma ce ne sono molti altri.
Perché è nata la sua opera?
Come dicevo prima, volevo mandare un messaggio a tutte le donne, su come si possa conquistare la propria libertà senza vivere continuamente dentro sensi di colpa distruttivi. Ogni donna vale, tanto. Vorrei che questo fosse il mantra che ognuna di noi dovrebbe recitare tutte le mattine, prima della colazione, prima di prepararsi per il lavoro.
Questo non ci farà esimere dai problemi che la quotidianità ci mette davanti, ma ci aiuterà ad affrontarli e a non scappare. Perché tutto ritorna, sempre. Meglio attraversarle le sofferenze, per arrivare a un punto, che io chiamo, zero. Da lì la ripartenza, la rinascita.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Beh ha influito moltissimo, l’opera che ne è nata è il sunto di un vissuto alquanto frustrante e a volte anche drammatico. La cultura meridionale a quei tempi era davvero molto chiusa e punitiva.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà ?
È un modo per raccontare la realtà , raccontare stralci del mio vissuto e descrivere tutti i sentimenti contrastanti che ho consumato a causa di una realtà che mi stava molto stretta, credo che renda l’idea di come ci si possa sentire in gabbia.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nel mio libro ho scritto molto di me, ho voluto farlo perché ho creduto fosse il modo giusto per accettare il mio passato. Per comprenderne alcuni tratti. Per capire che tutte le persone che ne hanno fatto parte, dovevano insegnarmi qualcosa. Per perdonarli.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
In realtà ci sono state più persone, i miei figli, il mio compagno e le mie sorelle che hanno sempre creduto in me e in questo mio progetto. Sono fortunata, ho intorno persone che mi amano.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mia sorella Lidia.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
La tecnologia ormai è parte integrante della nostra vita, anche se personalmente preferisco avere un libro in mano, mi piace toccarne ogni pagina, sentirne il profumo.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che sia una bella comodità , perché si può fare altro mentre lo si ascolta. Io ad esempio ascolto un audiolibro mentre stiro, impasto il pane o pulisco il bagno...