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02 Ago
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Intervista all'autore - Guido Leoni -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Di me ci sarebbe ben poco da dire, non sono un letterato e con difficoltà sono riuscito a superare la quinta elementare, come molti della mia età si è vissuti in un periodo d’officine e contrastante.
Vengo da una situazione che all'epoca era considerata, come un paria in India. Io non ho deciso di diventare uno scrittore, anche se già da ragazzo avevo due passioni, disegnare ciò che mi circondava e i suoi personaggi, e scriverne le loro caratteristiche o scrivere certi racconti di mia nonna, con tutti gli errori che ne conseguivano i miei pochi studi.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non credo d'aver mai avuto un momento specifico per scarabocchiare ciò che mi passava per la mente, a volte al mattino, alla sera quando tutti si erano ritirati, col tempo le esigenze cambiano, il lavoro, le difficolta e poi il tempo che ti può lasciare l’impegno familiare. Quando tali impegni sono cambiati, era la sera dopo cena, fino a quando mia moglie mi sollecitava di smettere.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Difficile dirsi, in realtà non ho molta dimestichezza con gli attuali scrittori, forse perché a volte non mi ci vedo, ho sempre scritto di getto, seguendo la trama, man mano che andavo avanti con lo scrivere, forse perché ho sempre pensato che valgono di più i pensieri che ti giungono spontanei, che quelli che vuoi che tu siano.
 
Perché è nata la sua opera?
Questo è molto facile per me, io ho sempre scritto piccoli episodi che accadevano attorno a me, ma molto di rado su mia madre perché era sempre al lavoro, poi in seguito, molti fatti li conosco solo per sentito dire, mai direttamente da lei, per questo l’ho dedicato a lei.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
semplicemente vivendo e leggendo tutto ciò che m'era possibile, e a volte giocando attorno a qualche ritratto che non riuscivo a completare come volevo.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Forse, ma non saprei dirlo, scrivo, o meglio scrivevo più per completare le mie mancanze, ma cercando d'avvicinarmi più possibile alla realtà.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nei miei scritti, credo che ci sia molto di me, anche se non lo vorrei, ma a volte realtà e fantasia si mescolano
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
A mia madre.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Sinceramente non me lo ricordo, di certo non son o stato io.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Inevitabile come il futuro
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto interessante.

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