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01 Lug
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Intervista all'autore - Antonio Rita -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Da piccolo ho vissuto in campagna, in una fattoria con tanti animali ubicata in una splendida valle del fiume Ofanto; ho frequentato le scuole elementari nella pluriclasse di località "Cerrutoli" di Ruvo del Monte (PZ).
Avrei fatto il contadino se all'età di otto anni non fosse comparsa una forte allergia da fieno che, da giugno a settembre, si manifestava ogni notte con il tossire ininterrotto. Ho frequentato le scuole medie in un collegio della Diocesi di Muro Lucano (PZ) e mi sono diplomato presso Istituto Tecnico Industriale di Foggia. Ho iniziato subito a lavorare presso l'Enel della Basilicata e ho conseguito la laurea in matematica presso l'Università di Napoli. Per motivi di lavoro e di distanza, ho potuto seguire in presenza poche lezioni universitarie che hanno, comunque, condizionato la mia vita; sui banchi delle aule universitarie ho trovato fidanzata e moglie, ho imparato quelle qualità che ti rendono leader, senza suscitare gelosie. Da anziano, ho deciso di condividere con molti un profondo convincimento: la matematica è l'antidoto a tutti i mali dell'umanità.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non esistono momenti magici per scrivere; gli spunti nascono osservando e ascoltando attentamente quello che avviene intorno a noi. Mostrare interesse significa ricevere attenzione e stimoli; infatti, tutti gli avvenimenti sono gestiti da un'ovvia equazione: dare=avere, Le soluzioni sono facili quando tutto è palese ed equo, le stesse possono essere truccate quando l'incognita è fissata da parametri non verificabili, anche se apparentemente ovvi.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
È Gianrico Carofiglio il mio autore preferito. La sua esposizione senza fronzoli mi affascina. Anche Michela Murgia è una scrittrice portatrice di valori essenziali per chiunque. Condivido queste preferenze con i coautori che ritengono gli scrittori italiani una risorsa inestimabile per la letteratura contemporanea mondiale.
 
Perché è nata la sua opera?
La matematica ha due aspetti; uno si è palesato da sempre, il secondo si è manifestato di recente con la rivoluzione informatica. Il primo ha accompagnato l’umanità fin dai tempi remoti obbligandola a imparare a contare; il secondo è apparso di recente e richiede a tutti la massima attenzione e impegno per imparare anche a ragionare. Le donne e gli uomini, senza questo convincimento comune, rischiano la schiavitù in ogni angolo del pianeta perché gli automi, in un futuro molto prossimo e per conto di una oligarchia che ha come aspirazione finale l’onnipotenza, gestiranno il lavoro, la sicurezza e le risorse sensibili come il cibo, l’energia e l’acqua. Saranno inutili anche gli eserciti addestratissimi e privati con cui si gestiscono le guerre in atto in ogni angolo del pianeta.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sono vissuto tra i numeri; da piccolo contavo le pecore e da grande mi applicavo per gestire il patrimonio dell'azienda in cui lavoravo. La matematica, con i suoi principi di verità e giustizia, mi ha fornito gli elementi basilari per vivere una vita in armonia con tutto quello che avviene intorno.
Mi ha anche dato la possibilità di interpretare concetti senza essere condizionato dalla propaganda.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Non è un'evasione dalla realtà; è un impegno con sé stessi per comunicare qualcosa di molto importante. Non è ambizione quella di far conoscere le novità che stanno maturando nella matematica moderna ma solo l'esigenza dettata dai difficili momenti che stiamo vivendo; la guerra alle porte di casa con implicazioni globali e quella globale dei cambiamenti climatici implicano che non si può far decidere ad altri il destino dei figli e dei nipoti.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Forse tutto; chiedere a molti di imparare a ragionare significa rendere chiunque artefice di ciò che avviene intorno a sé. La propaganda affascina e abbaglia. Lasciare un mondo migliore è interesse di tutti purché ciò non coincide con la prosperità dei propri discendenti a scapito degli altri.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Pitagora, Galileo e Pierre de Fermat con i loro quesiti matematici, risolti ed irrisolti, hanno contribuito a far sviluppare l'umanità. Fanno parte integrante della storia Universale e chiedono, con forza, che l'Umanità intera sia messa in condizioni di conoscere quello che sapevano e non hanno, a suo tempo rilevato.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima a leggere il manoscritto è stata mia moglie; ricordare dove ci siamo incontrati la prima volta è sempre bello ed emozionante. Anche amici esperti e conoscitori della matematica e della storia degli enigmi irrisolti dei numeri interi, sono rimasti entusiasti dei calcoli innovativi e sono convinti che si può costruire un nuovo e solido rapporto tra le donne e gli uomini e la scienza dei numeri.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Il futuro è senza dubbio l'ebook; il passaggio non deve essere traumatico, ma deve avvenire con una tenta trasformazione, nel senso che il manoscritto sarà ancora per molti anni a disposizione dei lettori. Non è l'esigenza di un anziano ma una forma di rispetto per tutti.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una ulteriore possibilità di diffusione della cultura. Non bisogna mai smettere di trovare nuove vie per veicolare il pensiero perché "sapere" significa verità e capacità di costruire l'equità e la giustizia.

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