Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ho sempre avuto la passione per la scrittura sin da ragazzino col classico diario.
Dalle impressioni e le riflessioni che mi annotavo, gradualmente l'esperienza della vita mi ha indotto ad approfondirle sviluppando la capacità di osservare da più angolazioni le varie esperienze dell'esistenza.
Da qui nasce una sensibilità particolare che, riversata nella scrittura, mi ha dato la possibilità di appassionarmi sempre più alla stesura di storie, dapprima immaginarie, poi basate sulla vita stessa attraverso l'interpretazione di una morale che si àncora sul mio pensiero. L'esoterismo ne ha costituito sempre una parte integrante, rappresentando l'incipit attraverso parabole "fantasiose", che caratterizza i romanzi che scrivo. La vita stessa è misteriosa e non bastano gli occhi per poterla guardare con la semplicità dell'immediatezza che siamo portati a considerare. Per questo nel tempo ho sviluppato anche l'attività di sceneggiatore cinematografico, girando anche film come produttore e regista tratte dalle mie stesure. Scrivere permette alla propria essenza di manifestarsi liberamente. E questo in definitiva è l'aspetto più affascinante.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La notte. La notte si dice porti consiglio. In realtà credo che abbia quell'alone di mistero che sollecita una sensibilità maggiore rispetto al giorno, dove i ritmi frenetici distraggono notevolmente la mente creativa.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Rudolf Steiner, grande esoterista dei primi del novecento. Ogni sua riflessione riporta alla vera grandezza dell'umano che invece si accontenta di essere quel poco che trae dall'immediatezza di quest'esistenza. I suoi scritti sono un grande spunto di riflessione per l'evoluzione.
Perché è nata la sua opera?
SAMSARAH è un aspetto del mio percorso evolutivo come umano che si fa domande. In quest'ultimo romanzo mi sono chiesto quale sia il vero prezzo della tentazione nella vita rincorrendo il materico più effimero: il denaro!
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto è tutto per ognuno di noi. Chiunque vive immerso in un particolare ambiente ne assimila il sistema di pensiero e l'atteggiamento. La capacità più rilevante, dal mio punto di vista, sta nel saper migrare in più contesti per sviluppare un pensiero più evoluto che esuli dal meccanismo del quotidiano.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Credo sia un modo per raccontare la realtà sensibilizzando l'audience, facendola evadere dai propri condizionamenti, dal pregiudizio, dalla zona di comfort. L'emozione stessa che si prova leggendo un libro o guardando un film è la prova di una sensibilità che viene toccata, e che magari è sopita. E l'emozione che ne nasce, appunto, rappresenta una "corda" che si attiva inducendo l'approfondimento del pensiero, cosa che oggi è un po' mancante.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è il mio pensiero, un aspetto della mia esperienza di vita, che ho rimodellato sotto forma di entertainment perché potesse arrivare con più facilità.
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Come ho già detto c'è il mio pensiero e la vita stessa. La osservo da più angolazioni vantando ogni volta la meraviglia dell'esistenza attraverso nuove chiavi di lettura.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Persone diverse tra loro. Le persone hanno una propria sensibilità e una propria capacità di comprendere una storia attraverso gli strumenti che hanno potuto maturare nella vita. E questa varietà è un bel banco di prova che mi aiuta a capire e correggere il tiro nell'ambio della stesura per una migliore efficacia del raggiungimento del messaggio che intendo trasmettere con i miei scritti.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L'ebook è certamente un mezzo immediato e poco "invasivo" rispetto ad un libro, che però dal mio punto di vista non ha assolutamente lo stesso fascino della copia stampata. Ma visto che il mondo vive di fretta forse va bene così...
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La classica lettura fatta da un narratore, indipendentemente dalla sua bravura, la trovo francamente noiosa e monotona. Venendo da questo mondo ne ho contezza e conoscenza. Da professionista del settore, posso dire che va senz'altro rivisto il modello rendendolo più fruibile e coinvolgente. Ad ogni modo in Italia sta prendendo piede solo da poco, a differenza di altri mercati; da noi c'è una cultura che annovera appena tre milioni di utenti che si spartiscono podcast con diversi contenuti, non solo legati all'audiolibro. Forse in futuro ci sarà uno scenario migliore con una maggiore sensibilizzazione.