Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Nell'ultimo biennio ho ripreso a scrivere con più veemenza, perché sollecitata dai miei familiari e dalle loro aspettative nei miei confronti.
Ho scritto un'infinità di pensieri sugli argomenti più disparati, riflessioni sentimentali, aforismi mirati e numerosi saggi.
Ho postato sui canali social diversi incipit delle mie composizioni edite e, pure, alcuni estratti inediti.
Soprattutto, ho cercato di vincere la ritrosia emotiva per far conoscere la mia vena letteraria ad un pubblico più vasto e variegato.
Tutt'ora continuo a postare, mettendomi in gioco essenzialmente per lasciare impronte preziose di scrittura, con la cura e la passione che mi caratterizzano e raccogliendo dei piacevoli riscontri di gradimento.
Le emozioni che avverto in queste circostanze sono veramente intense e gradevoli...e, contribuiscono a farmi perseverare nei miei progetti letterari.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Indubbiamente ci sono molti riferimenti della mia vita reale e molte connessioni emotive, umorali e psicologiche vissute con più o meno coinvolgimento.
E non potrebbe essere diversamente, considerando i tanti periodi di lock down che abbiamo attraversato negli ultimi anni della pandemia da Covid 19.
Per fortuna, sono susseguite anche delle tregue estive e perfino delle parentesi di cauta defezione, nelle quali ho avuto modo di dedicarmi alla scrittura con più determinazione, fino a identificarmi ad un fiore delicato, esposto al vento di mille insicurezze.
Ma ho cercato di tenere a bada gli scoramenti e le paranoie contingenti, dando spazio all'ottimismo, al coraggio e all'introspezione.
Pertanto, "guardare avanti" è diventato un "must ostinato" proprio per lanciare il cuore (coi timori e gli interrogativi inevitabili) oltre l'ostacolo della precarietà, insito nella pandemia stessa.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quest'opera ha significato venire a patti con le ritrosie caratteriali, con l'introversione e altre destabilizzazioni emotive che sono trapelate fuori, con chi mi vive quotidianamente.
Ritengo tuttavia che, specialmente nelle avversità, si debba coltivare la speranza, il buonumore e una prospettiva del domani più prudente e sensibile.
E bisogna tornare ad essere sereni e più consapevoli...
Allo stesso modo, si può tornare a sceglierci autentici e franchi,
si può tornare a nutrire l'empatia e la solidarietà e si può emergere dalle difficoltà più grintosi e motivati.
Bisogna persuaderci di valere abbastanza da liberare la propria autenticità, con le proprie forze e i propri tempi.
E si può liberare il cuore da tutte le negatività sofferte, ovunque vorremo andare e, con chi vorremo accanto.
Perché avere qualcuno accanto, al proprio fianco, rimane una questione seria e irripetibile, per cui non siamo destinati per chiunque, ma solo per i propri simili di cuore e di anima.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo dell'opera non ha comportato affatto grande indecisione.
Anzi, il titolo è stato un riscontro oggettivo fedele ed efficace nel significato dell'opera stessa.
Alla fine, conta ciò che si custodisce nel profondo dell'anima e come si nutre la propria genuinità, la propria essenza e le proprie risorse/i propri talenti/
le proprie inclinazioni.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
In una situazione così improbabile, farei una scorta esagerata di libri, tra romanzi e saggi edificanti per la psiche e lo spirito.
Sceglierei sicuramente libri di scrittori validi come Roberto Emanuelli, Massimo Bisotti, Letizia Cherubino, Riccardo Bertoldi e Francesco Sole che stimolano parecchio la mia immaginazione.
Ebook o cartaceo?
Preferisco di gran lunga il formato cartaceo per la bramosia di toccare un libro che mi piace, per la sensazione di appagamento che suscita avere tra le mani il libro che interessa e per l'organizzazione del contenuto che rimane tutto da scoprire e da esplorare nella sua interezza.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho deciso di dedicarmi alla scrittura almeno più di due decenni fa, quando si è rivelata inizialmente una valvola di sfogo appagante e poi, nel divenire si è tramutata in un'esigenza forte e imprescindibile, da non poterne più fare a meno.
Ho scelto di insistere nella scrittura per trovare una gratificazione personale che in altri ambiti, non trovavo.
E infine, la passione letteraria ha proseguito il suo percorso in modo libero e spontaneo, come è giusto che sia.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Queste divagazioni sono dei moniti da cogliere e da tenere in considerazione per distrarsi, per rilassarsi e, magari, per migliorarsi a livello psicofisico.
Queste divagazioni sono rivolte a quelle persone che sentono il bisogno di riscoprire la propria autenticità, la propria credibilità e spontaneità e, hanno voglia di mettersi in discussione nei loro sentimenti, negli stati d'animo contrastanti che vivono e nei timori che li tormentano.
Perché si può trovare una congruenza tra ciò che pensiamo e proviamo e il comportamento che ne deriva, con tutti i nessi emotivi e i trascorsi sentimentali.
E si può tornare ad amarsi in modo sano e a lasciar andare ciò che non attecchisce più, ciò che ha fatto il suo tempo ed è destinato ad esaurirsi.
Il coraggio ha il potere dell'audacia, della decisione e della perseveranza, per cui dare forma e concretezza ai propri sogni o ai propri progetti diviene, nel tempo, un'esigenza irrinunciabile.
Proprio come è successo con la pubblicazione del mio manoscritto: un sogno nel cassetto che è diventato una realtà tangibile.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È sicuramente una bella soddisfazione!
Arrivare a finire un manoscritto e decidere di pubblicarlo è equiparabile ad attraversare un limbo di precarietà e d'incertezze a non finire...
Bisogna tuttavia, superare tanti step, tanti ostacoli/imprevisti/rallentamenti durante la lavorazione del manoscritto stesso e, non è mai un processo lineare e regolare, ma piuttosto imprevedibile, almeno per la sottoscritta.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
È stato il mio editore!
Può sembrare strano che non faccia leggere il mio manoscritto a qualcuno di fiducia, ma sinceramente, preferisco rimanere riservata e cauta fino alla conclusione dell'opera letteraria...un po' per scaramanzia e un po' per attaccamento affettivo al mio manoscritto.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che la nuova frontiera dell'audiolibro sia molto sostenibile e praticabile con 'evoluzione tecnologica del digitale e la diffusione ormai estesa dei CD da ascolto per l'intrattenimento letterario.
Dopo l'avvento dei formati ebook, si progredisce ancora con una nuova cultura "udibile" già nell'era "pandemia da Covid 19" con le piattaforme Fad asincrona e il Webinar nello smart working.