Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Nato a Cremona, dove ho vissuto tutta la mia giovinezza. Assunto alla Olivetti di Ivrea, poi di Crema. Laureato in Scienze Politiche a Torino, Esperto di Qualità e consulente aziendale.
Sposato con due figli e tre nipoti. Ho incominciato a scrivere qualche anno fa, prima di andare in pensione. I primi libri sono stati autobiografici, poi ho provato a scrivere libri di vario genere: fantascienza, storici, fantasiosi, ma l'argomento sempre presente è la Comunità con tutte le problematiche che ne conseguono. Mi manca solo di scrivere un giallo, ma ci sto pensando!
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Le migliori idee ed ispirazioni mi vengono a mattina presto; molto spesso interrompo anche il caffè per scrivere le idee che mi arrivano. Poi ogni orario va bene per correggere, rifinire, aggiungere!
Il suo autore contemporaneo preferito?
Ho letto tutti i libri di Pansa un po' perché anche lui era un padano, ma più che altro perché mi sono spesso ispirato al suo stile asciutto e giornalistico.
Adesso leggo i libri di Mauro Corona: entrambi abbiamo l'amore per la montagna, ma più che altro ci accomuna la critica alla società in cui viviamo.
Perché è nata la sua opera?
Da una parte mi sono lasciato trascinare dalla polemica sui vaccini e su alcune supposizioni che addirittura prevedono come effetto remoto la modifica del DNA. Ho colto al balzo questa idea e l'ho collocata nella serie di libri che ho già scritto che illustrano il rapporto fra uomini ed alieni, Come la pandemia è stata opera degli alieni per dare un segnale forte agli umani, coì questa sesta dose del vaccino ha l'obiettivo di cambiare li DNA degli uomini da parte dei "Figli delle tenebre" per poterli sottomettere.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
La scelta comunitaria, che equivale a dire che il gruppo è superiore all'individuo. ha radici lontane, maturate sia negli studi universitari che in ambito lavorativo, a contatto con i giapponesi e da una breve parentesi che mi ha visto inserito in una Comunità.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Cerco di raccontare la realtà che è in me e che mi circonda, ma siccome ne vedo brutture e storture per cui sono molto critico, descrivere nei mei libri un mondo alternativo, forse utopico, mi permette di evadere dal presente, proiettandomi in un futuro che sicuramente io non vedrò, ma che mi auguro potranno vedere i miei nipoti.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Sembrerebbe strano che in libri di fantascienza, popolato di alieni, trovi spazio anche io, con le mie idee e le mie passioni, Ma è così! Addirittura ho ideato un alieno mio amico, sempre presente, di nome Kenobi che rappresenta la parte saggia, riflessiva che è in me!
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
La mia fantasia che ho scoperto essere molto vivida e mia moglie che mi ha corretto la bozza.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
A mio figlio, ma è stato un errore che non farò più perché il libro andrebbe letto da un estraneo. I parenti sono troppo coinvolti ed emettono giudizi non sul testo, ma di natura personale.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Forse perché ho sempre avuto in mano dei libri cartacei, ritengo che il piacere della carta ed il suo odore siano impagabili!