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BookSprint Edizioni Blog

04 Mar
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Intervista all'autore - Luca Pinter -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato trevigiano, nella città mistica dei tre volti: Treviso. Sono invece cresciuto al Nord, nelle pianure alluvionali dell’ultima de-glaciazione all’incrocio di 5 valli dove il vento soffia forte quasi tutto l’anno; da dove proviene lo yogurt migliore esportato in tutto il mondo. Sono stato abituato da piccino fino alla maturità anagrafica all’immersione linguistica continua, dove essere di madrelingua italiano è come sentirsi “stranieri in terra straniera” (R. Heinlein) e tuttavia mi sono immerso tanto da parlare il tedesco come una madrelingua.
 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ad un adolescente consiglio sicuramente di leggere “dalla Terra alla Luna” di J. Verne perché fa capire la mentalità americana in cui siamo comunque immersi, fa viaggiare nella storia del passato e nelle aspirazioni del futuro alla conquista del cielo con la creatività di mezzi comuni e fornisce la visione di un respiro internazionale di fratellanza, in cui si mettono da parte le diversità per obiettivi più nobili del mero tornaconto. È anche un libro che favorisce un pensiero scientifico in clima di dialogo aperto dove comunque c’è un’economia senza la quale non si avanza nella vita.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Siamo sicuri che sia veramente in perdita l’uso di un libro? Esaminiamo un attimo i pro e contro di libro e di ebook. Pro libro: si può toccare, ha un odore, se si bagna si può asciugare, se si sporca si può pulire, se si rompe in qualche parte funziona comunque come prima e si può mettere a posto con poca fatica e subito, non ha bisogno di energia extra (elettricità) per funzionare, se cade per terra non si rischia che si rompa oppure si vede esattamente come metterlo a posto; un libro non ha bisogno di aggiornamenti per funzionare. Gli ultimi 5 pro del libro sono 5 contro dell’ebook.
Ora tocca all’ebook farsi avanti con i suoi pro: posso fare ricerca delle parole, non pesa molto, può essere meno ingombrante del libro ma non sempre, costa di solito la metà del libro o meno, non occupa spazio fisico, può essere acquistato senza fatica fisica, servono apparentemente meno risorse per produrlo. Invece che mettere il cartaceo in cattiva luce si dovrebbe lasciare la libertà di scegliere.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Tutti e due. Ma il primo non può prescindere dal secondo se vuole evolversi al servizio del prossimo. La scrittura può nascere come esigenza intima quindi come amore ponderato. Ogni tanto può avere bisogno di colpi di fulmine: intuizioni, ma ognuno di questi ha bisogno di amore, cioè dedizione e pazienza, per crescere a livelli apprezzabili anche da altri.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
L’esigenza di condividere quello che a cui ho dedicato almeno 10 anni di amore ponderato dopo il colpo di fulmine che mia ha fatto vedere come risolvere un mistero, un problema che è tra i primi 5 problemi matematici al mondo e per cui avrei diritto a un premio e un riconoscimento internazionale. Mi hanno definito, e mi sento, uno scienziato per vocazione piuttosto che per opportunità, quindi la molla che mi ha spinto è servire il prossimo.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Ho scoperto che scrivere riguardo a qualcosa mette in moto una specie di sistema operativo cognitivo parallelo al mio: come delle “vocine” o dei sussurri che mi danno degli input. Alcune volte mi metto a scrivere non per raccontare quello che già so, ma proprio come azione di esplorazione e ricerca dei significati, dei contenuti e dei collegamenti con altro. È il momento più bello nel quale la mano va da sola e scrivo come se fossi un tramite. Ovviamente capita ogni tanto che mi fermo perché non ho idea di come continuare. Ma, ho scoperto istintivamente un metodo per far lavorare la mia parte cognitiva inconscia quando la mia prospettiva razionale dorme. Se metabolizzo l’argomento di cui sto scrivendo in modalità esplorazione in modo che ogni pensiero prima di dormire è rivolto a come analizzare l’argomento, succede sistematicamente che il giorno dopo al mattino trovo in memoria conscia tutta una serie di idee.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La coscienza, se la si usa per capire veramente e rispondere alle nostre domande e dubbi, si espande e inizialmente si inizia a scrivere per sé stessi come una terapia di auto-meditazione. Quando si scopre che la scrittura è una comunicazione tra varie consapevolezze distinte si capisce che può avere un effetto rigenerante e taumaturgico. A quel punto si prova a vedere, almeno per me è così, se quello che scrivo può far piacere e aiutare anche altri, almeno a farli scuotere dalla loro indifferenza. E quindi la scrittura rimane un modo di vita se cresce con cura costante cosi come cresce un resiliente e frizzante amore.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Ad un certo punto mi sono reso conto che la struttura di previsione del valore e posizione dei numeri primi aveva forti analogie al ciclo di replicazione del DNA e a varie leggi delle scienze in particolare la termodinamica, la meteorologia, la meccanica quantistica, la relatività generale di Einstein. Ricordo con particolare piacere quando mi accorsi che la previsione dei numeri primi può essere solo eseguita da un essere umano, mentre un computer coni suoi programmi può solo simulare o emulare questo particolare tipo di determinismo non definibile a priori.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No. Di solito ho bisogno di dedicarmi a più progetti per portarli a termine singolarmente. Concentrarmi su un solo obiettivo mi porta alla noia e questa è deleteria per uno scrittore.
 
Il suo autore del passato preferito?
Ingo Swann sopra ogni altro anche se fa parte del passato prossimo. I 7 libri di Ingo che ho letto mi hanno fatto acquisire la visione che non pensavo esistesse e che è retaggio genetico di ogni essere umano come specie. Di un passato un pochino più lontano ammiro tantissimo “il Mattino dei Maghi” di Louis Pauwels e Jacques Bergier.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Considero l’audiolibro un modo interessante di trasferimento di informazioni perché non obbliga a osservare anche il testo e rende il lettore più consono allo sviluppo delle immagini mentali, come lo fa comunque anche un libro cartaceo o un ebook. L’audiolibro consente all’uditore di fare anche altro con le mani e di osservare qualcos’altro. Ciò è un modo per far capire e capire da noi che l’essere umano ha capacità di interazione più elevate di quanto normalmente pensa o è indotto a pensare.

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