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BookSprint Edizioni Blog

22 Feb
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Intervista all'autore - Marcello Gelmi -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Lovere, un piccolo paese sulle rive del lago d’Iseo, 48 anni fa. Dopo aver conseguito la maturità scientifica ho proseguito gli studi diventando un analista programmatore.
Mi sono trasferito a Bergamo all’età di 26 anni dove ho iniziato ad insegnare come docente informatico in diverse scuole superiori conseguendo negli anni certificazioni informatiche importanti quali Microsoft, Google, Cisco.
Sono esperto di cyberbullismo, tramite il quale creo delle vere agorà di discussione con i miei studenti.
Ho due figli  adolescenti di 15 e 16 anni che frequentano la seconda e terza superiore con la passione per l’informatica e le lingue straniere.
Non mi sento un insegnante nonostante siano trascorsi più di 20 anni a contatto con gli studenti e non mi sento uno scrittore dopo questa opera.
Sono solo una persona a cui piace mettersi sempre in gioco e a cui piace rischiare.
Rischiare è adrenalina, rischiare è emozioni a qualsiasi età.
 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ci sono momenti della giornata particolari nei quali scrivo. Non scrivo quando sono ispirato, scrivo quando sono emotivamente fragile e la scrittura mi porta a ritrovare l’equilibrio perduto. Ho imparato a seguire meno la ragione e a lasciarmi trasportare dalle emozioni. Le emozioni, negative o positive, mi portano a scrivere.
Ho sempre amato scrivere ma in questi ultimi anni è ormai un punto fermo della mia vita.
Scrivo ovunque, dalla panchina in riva al lago, al divano di casa, al bar mentre sorseggio il mio classico ginseng.
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Amo molto i testi storici. Sono un appassionato di storia antica, di archeologia e egittologia. Valerio Manfredi, Alberto Angela sono tra i miei preferiti ma sono molto affascinato anche dai testi di Luciano De Crescenzo.
 
Perché è nata la sua opera?
La mia opera è nata 6 anni fa ma è stata lasciata nel cassetto fino a pochi mesi fa.
È uscita in un momento di fragilità della mia vita e mi ha aiutato a superare un bruttissimo periodo, emotivamente davvero molto complicato. Un’estate di sofferenza, di delusione, di tristezza, di solitudine ma anche di rinascita e di cambiamento.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale nel quale ho vissuto negli ultimi vent’anni ha influito in maniera determinante sulla mia formazione.
Passare da una piccola realtà di paese con una mentalità piuttosto chiusa alla città mi ha portato ad un’ampia apertura mentale.
Avere una visione globale della realtà nella quale si vive ci permette di confrontarci con mentalità e abitudini differenti che inconsciamente modificano il nostro modo di pensare e di essere.
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere mi permette di evadere dalla realtà, di vivere una realtà parallela.
Scrivere ti fa sognare, ti fa volare, non ti fa vedere le persone intorno a te e non ti fa sentire le loro voci. Scrivere ti fa rilassare.
In questa opera racconto una problematica reale e quotidiana ma questo non mi ha impedito di isolarmi e ritrovare l’equilibrio che avevo completamente perso.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
In quest’opera non c’è nulla di me come persona. C’è tutto di me come informatico. È un’opera scritta a scopo informativo e divulgativo su una tematica come le truffe via mail che possono, nei casi più gravi, anche rovinare la vita di una persona.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ho avuto modo di parlare e confrontarmi con diversi amici e di farmi consigliare. Tutti, con le loro parole mi hanno aiutato. Se devo fare un nome, mio fratello.
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Nessuno ha avuto, diciamo, la fortuna di poterla leggere in anteprima. I numerosi dubbi mi hanno portato ad effettuare molti cambiamenti rispetto alla prima stesura e anche ora che ormai è terminata certi dubbi non sono svaniti completamente.
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
L’ebook può essere il futuro ma è certo non l’immediato futuro. L’ebook parte dalle scuole. Più le scuole ne faranno un uso corretto più l’ebook entrerà prepotentemente nella vita quotidiana.
 
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L’audiolibro invece rappresenta un modo di lettura completamente differente e sicuramente innovativo. Non riesco ancora ad immaginarlo in un’aula ma non è detto che nel prossimo futuro non possa avere un suo spazio anche nelle scuole.

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