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BookSprint Edizioni Blog

11 Feb
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Intervista all'autore - Attilio Albergoni -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è relax, uscire dal quotidiano per entrare in un mondo particolare!
Le emozioni che provo sono quelle di far vivere ai personaggi una vita reale.

 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Molta. Sono le emozioni, i desideri, le impressioni che provo ogni giorno ed anche, certe volte a seconda del libro, episodi della mia vita.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Io scrivo libri di carattere puramente storico, cercando tra gli archivi si trovano spesso spunti per qualcosa di più leggero. Scrivendo questo libro ho rivissuto momenti reali della mia città.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sè stesso per deciderlo tra varie alternative?
Assolutamente semplice, mi sono ricollegato ad immagini vissute di quando ero ragazzino, e questo profumo mi piaceva tantissimo e mi stupivo a guardare i venditori che confezionavano i fiori di gelsomino.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Camilleri senza dubbio, ma anche Sciascia. Hanno scritto della vita siciliana, controversa e non facilmente comprensibile, in tutte le sue sfaccettature ed oltre.
 
Ebook o cartaceo?
Il profumo ed il fruscio della carta sono sensazioni che appartengono soltanto ai libri. Tenere tra le mani un volume, e sfogliarlo, sono sensazioni molto particolari che l'informatica non può dare.
 
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Venti anni fa, circa, ho avuto molto tempo a mia disposizione ed ho iniziato a dedicarmi alle ricerche storiche d'archivio, lo desideravo da tanto, e così pian piano ho iniziato a stendere le prime considerazioni che poi sono diventate libri. I racconti sono una costola delle ricerche.
 
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Non so come nascono le idee, vengono giù spontaneamente dalla mente alla tastiera e si costruiscono da sole sullo schermo. Non c'é una costruzione scenografica, è come se vivessi il personaggio che si muove in un mondo suo che scaturisce dalla conoscenza dei fatti storici della mia città.
Questo scritto é piaciuto molto ad un caro amico scomparso di recente, ed ho voluto creare un personaggio che gli somigliasse: l'anatomopatologo.
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Un figlio che si concepisce, nasce e, spesso, cammina da solo.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio figlio maggiore che sta a Roma. Il mio giudice più severo.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Molto utile per coloro che, a vario titolo non possono leggere e vogliono sapere di più o distrarsi.

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