Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ho sempre considerato la scrittura la mia ancora di salvezza. Quando inizio ad avere pensieri negativi mi basta prendere carta e penna per stare meglio. Credo che ognuno di noi esprima i suoi pensieri in maniera differente, io lo faccio tramite i miei libri.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
In realtà della mia vita reale c'è poco e niente, si tratta di un libro fantasy, però una cosa che accomuna molto me e la protagonista è il senso di noia che lei prova prima di conoscere Luca. In un periodo particolare come quello che stiamo affrontando ormai da due anni, stare a casa ci costringe a porci delle domande su noi stessi e sulla nostra vita e non sempre gradiamo le risposte. Sono una persona che si annoia facilmente e per essere felice ho bisogno di continui stimoli, posso dire di non amare per niente la monotonia.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
In realtà quest'opera è nata per caso, volevo a tutti i costi vedere un film che purtroppo non esisteva e così ho deciso di scriverlo io. Mi piacerebbe molto vedere il mio libro prendere vita all'interno di un’opera cinematografica.
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo non è mai semplice, bisogna cercare qualcosa che attiri il lettore e lo spinga a leggere il libro. Questo titolo mi piace molto e spero che anche i miei lettori ne rimangano entusiasti.
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Premetto di essere innamorata di molti autori del Novecento come Saba, Svevo, Pirandello, Montale, Ungaretti, Quasimodo, Morante, Moravia, Vittorini, Brancati, Ortese, Fenoglio, Pavese e potrei continuare a lungo l'elenco, ma credo di preferire tra tutti Leonardo Sciascia e le tematiche che affronta nei suoi libri.
L'opera che porterei con me in un'isola deserta è "Il giorno della civetta", con la quale lo scrittore inaugura una nuova stagione del giallo contemporaneo, affrontando il tema della mafia.
Ebook o cartaceo?
Preferisco di gran lunga il cartaceo, adoro sfogliare i libri e sentire il loro odore.
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice?
Ho capito di voler diventare scrittrice quando, ascoltandomi nel profondo, ho udito che avevo molto da dare e soprattutto da dire.
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Il libro nasce quest'estate, in un periodo difficile per me, avevo contratto il Covid ed ero in quarantena. Stare chiusa in una stanza non è una bella esperienza e chi ci ha passato può di certo capirmi, ma non volevo sprecare il mio tempo e così ho deciso di creare il film che avrei voluto vedere in futuro, alla televisione.
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Vedere il proprio lavoro che prende corpo è una grandissima soddisfazione e ti ripaga da tutti gli sforzi compiuti.
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
La prima persona che ha letto il mio libro è stata mia madre, lei è la prima a cui mando le mie bozze e l'unica di cui mi fido ciecamente. Mi ha sempre appoggiata in questo sogno e il fatto che abbia creduto in me fin dall'inizio, mi ha dato tanta forza.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che sia stata sicuramente un'invenzione importante, ma io come ho già detto in precedenza, preferisco il cartaceo.