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26 Gen
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Intervista all'autore - Isabella Ricciardella -

Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta in Puglia, un piccolo paese venuto alla ribalta il 12 luglio del 2016 di tv e giornali per un brutto fatto di cronaca, Corato. Un incidente ferroviario che ancora oggi irrisolto e con una pena nel cuore dei familiari delle vittime. Un paese oggi irriconoscibile tanto è cambiato perché non vivo più a Corato da almeno trent’anni, trasferita per lavoro.

 
Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Jules Verne, Il giro del mondo in 80 giorni, L'isola misteriosa, Viaggio al centro della terra o Ventimila leghe sotto i mari, per una lettura leggera e fantasiosa o una lettura più impegnativa di H.G.Wells come dr. Jekyll e mr. Hyde, La macchina del tempo, L'uomo invisibile. Grandi classici che ti trasportano nel loro mondo solo leggendoli.
 
Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Un vero peccato, è bello poter vedere il cartaceo e andare a sfogliarlo di tanto in tanto, a toccarlo fisicamente e tenerli in libreria come dei trofei, qualcosa da mostrare con orgoglio.
 
La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me è stato un colpo di fulmine dove ho cominciato con Peter Doyle, poi una sfida con me stessa, poi mi sono innamorata del personaggio e poi mi sono bloccata e lasciato a metà.
 
Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
È nato per caso ascoltando i racconti dei miei nipoti sui loro amici a scuola, sui litigi infantili tra ragazze e gli scontri con i loro genitori e osservando il comportamento di alcune persone.
 
Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Che niente è dato per scontato. Che può esistere veramente Geremia Pilgreen o una Cosetta antipatica che vuole prevalere sugli altri o una bambina sfortunata che prima o poi si farà strada nella vita.
 
La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Da ragazzina scrivevo poesie ed ero brava a disegnare, ma senza nessun interesse a parte quando un direttore di una galleria d'arte voleva comprare i miei disegni e perché li ritenevo una cosa personale non ho accettato, poi il lavoro, la famiglia impegnativa e ancora lo studio per poter continuare a lavorare e poi ho voluto riprendere il mio tempo per fare cose che piacevano solo a me. Così ho iniziato a scrivere e mi sta appassionando.
 
C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Si, con piacere ma anche con un po’ di rammarico, tutto è dipeso da Alice mia nipote, con le sue confidenze sulla scuola e le sue amiche a volte piacevoli e a volte spiacevoli dove ha cominciato ad isolarsi. I primi anni di scuola dove conosci gente nuova e fai amicizie e coalizioni, poi nascono gli intrighi e le gelosie che per noi adulti sono solo bambinate, ma per una bambina sono cose serie che portano a conseguenze.
 
Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Più che non portarla a termine di non aver scritto abbastanza, col senno di poi credi che potevi fare di meglio
 
Il suo autore del passato preferito?
Jules Verne
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non lo so, non so rispondere perché non ho mai ascoltato qualcuno che leggesse per me che non sia un turno di lavoro o la lista della spesa.

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