Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Ho scritto molto nella mia vita per ragioni professionali e mi è sempre piaciuto. Questa è però la prima esperienza di scrittura personale, un'esperienza molto bella. Ci si ritrova da soli con se stessi, alla ricerca dei pensieri e delle parole capaci di esprimerli. Un'operazione difficile, che impegna e affascina. Un lavoro faticoso, fatto di entusiasmo ma anche di sconforto, per quelle pagine che talvolta faticano ad essere come le vogliamo, ad esprimere tutto, ma proprio tutto il nostro pensiero. E allora, per mille, mille volte si torna su quelle righe affinché diventino finalmente lo specchio della nostra anima, dei ricordi, dei pensieri, delle persone incontrate, dei luoghi visitati.
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È un libro di viaggi compiuti tra donne dal 1969 al 2009, in giro per il mondo, alla scoperta di luoghi e persone ma, in fondo, alla ricerca di me stessa, della persona che ero, ma soprattutto di quella che desideravo diventare: leale, aperta, accogliente, curiosa del mondo e della gente. Dunque un memoir autenticamente autobiografico che rivela, attraverso i paesi visitati (dall'Afghanistan al Perù, dal Canada all'Australia, da Londra a Boston...) e le tante persone incontrate, il mio modo di leggere la realtà, di provare a capirla senza chiusure né pregiudizi.
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Una bella soddisfazione, come tutte le cose che vogliamo fortemente realizzare e finalmente diventano realtà. Ha significato rileggere parte della mia vita e trascriverla per comunicare con gli altri, reali o immaginari. Provare anche a lasciare una traccia...chissà!
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stessa per deciderlo tra varie alternative?
Avevo buttato giù in modo disordinato su un taccuino tante parole per raccontare in modo semplice e immediato il mio libro. Poi, quasi per incanto, l'illuminazione, quella che mi è parsa l'idea migliore: "Ogni viaggio è una storia". Sì, ogni viaggio è davvero una storia, molto diversa da come l'avevamo immaginata, assolutamente inattesa e sorprendente. Vi si intrecciano luoghi mai visti prima e tante persone, ognuna delle quali, appunto, vuole raccontarci la propria storia. Desiderosa, come noi, di trovare orecchie pronte ad ascoltarla!
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se potessi, ne porterei tre. Anzitutto quell'autentica cattedrale della letteratura che è la Recherche di Marcel Proust: il tempo per rileggerla non mancherà, credo. Poi un saggio straordinario come "Il secondo sesso" di Simone De Beauvoir, una sorta di vangelo per tutte noi donne. Infine, dovendo anzitutto restare in vita, anche un bel manuale di sopravvivenza, che mi insegni come cavarmela nelle più disparate situazioni.
Ebook o cartaceo?
Pur avendo letto anche ebook, confesso la mia predilezione per la carta, il colore, il formato, il suo odore. Tenere un libro in mano, poterlo aprire sentendo la resistenza della carta, la sua ruvidezza, sfiorando i caratteri a stampa, per me, non ha prezzo. E mi fanno compagnia i libri che, quasi con noncuranza, lascio sul tavolo dello studio: ogni volta che il mio sguardo si posa su di loro, si avvia un dialogo silenzioso "lo so che sei lì, ti vedo, non temere, presto ti prenderò in mano e comincerà la nostra avventura insieme".
Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non mi sento una scrittrice, ma soltanto una persona che ama scrivere e che spera che il suo lavoro possa essere apprezzato dai pochi - meglio se tanti - che la leggeranno. Nascerà così un rapporto che nessuno, ma proprio nessuno, potrà cancellare. E davvero non è poco!
Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Da tempo accarezzavo l'idea di scrivere insieme ad un'amica con cui avevo intrapreso alcuni dei viaggi narrati. Poi, dopo la stesura del primo racconto, mi ero recata da lei per condividere ed arricchire quel testo. Ma, essendo arrivata a casa sua con un forte ritardo e pur essendomi scusata, sono stata accolta con parole durissime e offensive. Bene, mi sono detta, scriverò il libro e lo farò da sola! Ci ho creduto e ci sono riuscita. Risultato? A voi il giudizio!
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una bella soddisfazione: lo si gira e rigira tra le mani con sorpresa, contenti di avercela fatta, alla fine...
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Sicuramente Paola, l'amica che mi ha accompagnato, sostenuta e consigliata durante tutta la stesura, con infinita pazienza e sempre pronta a spingermi a continuare e a non farmi sopraffare dalle difficoltà o dallo sconforto. Anzi, a pensarci bene, forse, una volta uscito, non l'ha più riletto, visto che ne conosceva bene le tante versioni, via via migliorate fino alla stesura finale. Adesso, francamente, non oso chiederle di rileggerlo! Ma certo è stata la prima persona che l'ha stretto tra le mani. Grazie.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È stupendo: me lo tengo di scorta per gli anni della vecchiaia...