Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Buonasera, sono nato a Loano in Liguria, ma porto con me tutto la voglia di comunicare trasmessa dalle mie origini emiliane, luoghi dove ho trascorso la mia infanzia.
In realtà non ho mai deciso di diventare scrittore in quanto non mi considero tale.
Sono solamente una persona desiderosa di comunicare, un sognatore incallito che cerca di condividere emozioni e pensieri con chi, potrebbe aver voglia di leggerli.
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un vero e proprio momento in cui mi dedico alla scrittura; sono istintivo lascio che i pensieri arrivino naturali senza forzature e quando questo accade, mi fermo e scrivo, sempre che non abbia impedimenti di forza maggiore, in quel caso cerco velocemente di fissare con appunti l'ispirazione, anche se per la maggior parte delle volte quest'ultima strategia risulta inefficace.
La mattina presto è però, sicuramente uno dei momenti più creativi.
Il suo autore contemporaneo preferito?
Non ho un vero e proprio autore preferito.
Penso che scrivere un bel libro sia un momento di ispirazione mistica dello scrittore, quando questo diventa troppo commerciale penso lo percepisco come troppo innaturale, accuso la sua perdita di spontaneità; motivo per cui lascio che sia il libro stesso a scegliermi e non il suo autore.
Perché è nata la sua opera?
Questa è la mia seconda opera, le "Mie orecchie hanno visto" è nato con grande fluidità, dettato dall'esigenza quasi vitale, di tentare di trasmettere a qualcuno, quello che avevo dentro, quello che provavo. È nato dall'esigenza e dalla vanità di provare ad emozionare.
È stato un tentativo, non so se ci sono riuscito ma sono felice di averci provato.
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Direi tanto.
Vivo in montagna, per scelta di vita, vivo contornato di animali fantastici con i quali condivido momenti ed emozioni.
Amo la solitudine per poter poi goder appieno della compagnia di persone,
Mi piace vivere di contraddizioni, mi piace non annoiarmi mai, la scrittura è un ottimo mezzo per far sì che questo non accada mai. Attraverso di essa provo nuove emozioni, vivo diverse esperienze; entrando dentro la personalità dei miei personaggi vivo le loro vite e miglioro la mia.
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Scrivere è qualcosa che va oltre quello che mi chiede, scrivere è elevarsi in una dimensione sconosciuta, è attraversare il portale, attraverso il quale dimenticare la vita, condizionata dal mondo reale, dagli eventi, dai pensieri negativi, per catapultarmi in un mondo tutto mio, dove le emozioni e i sentimenti si intersecano con i sogni e le speranze creando una combinazione creativa colma di energia rigenerante.
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Direi che in questo libro, c'è di me la mia esperienza e conoscenza del mondo asinino, c'è il mio amore per la natura e la montagna... tutto il resto è un viaggio!
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
No.
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima persona che ha letto il libro è la mia compagna Paola, che mi ha permesso di correggere refusi e di valutare cambiamenti di fondo.
Se "Le mie orecchie hanno visto" è stato finalmente pubblicato lo devo a lei.
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non saprei, sono un sentimentale... amo la carta, adoro il suo profumo, mi piace sentire emozioni ogni volta che giro le pagine, per cui... proprio non saprei rispondere.
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Mi prende in contropiede, non ho mai sentito un audiolibro, ritengo però che ci sia il rischio di renderlo impersonale.
Ogni lettura suscita emozioni diverse da lettore a lettore, perché ognuno legge ed interpreta per come si sente in quel momento.
Ascoltare un romanzo letto da un'altra persona rischia di essere un po' condizionante.