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09 Dic
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Intervista all'autore - Pasqualino Casaburi -

Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono bancario di professione nato a Milano per occorrenza di lavoro dei genitori. Trasferita la famiglia in Maremma avevo solo 9 anni quando mi è venuto a mancare il padre. Da quel momento, finito il periodo di spensieratezza, un senso di responsabilità ha pervaso le mie giornate accelerando in me la "riflessione" sul vero senso di quel vuoto venuto a crearsi improvvisamente. Dover fare bene, rispettare e obbedire mi apparivano ora più che mai come un qualcosa ancora di più perentorio. Dovevo "dimostrare" a mia madre di essere capace di gestire la situazione. Questa auto imposizione analizzata oggi, con un metodo autoconoscitivo, mi appare come una distorsione capace di generare conseguenze anche sul vivere quotidiano. La decisione di scrivere è giunta inaspettata (forse come esito di questa continua riflessione) come una necessità di aprirsi ad una modalità nuova di espressione dello spirito che si espandeva sempre di più in me. Dapprima invogliato ad una lettura di testi di mio interesse ed in seguito, appunto a liberare il pensiero nella scrittura.

 
Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
La mattina presto quando, dopo aver fatto meditazione, la mente libera percepisce gli stimoli di una coscienza meno condizionata
 
Il suo autore contemporaneo preferito?
Tanti autori del Novecento ma rimanendo nel nostro tempo direi Marco Guzzi
 
Perché è nata la sua opera?
Come necessità di fermare e raccogliere alcune riflessioni che, nate spontanee e come libera espressione, potevano perdersi negli angoli nascosti della rete o peggio ancora nelle bacheche anonime dei social.
 
Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Da bancario come esperto di numeri non direi. Piuttosto avere in casa due figlie laureate in studi letterari ha influito non poco. Formazione è un termine troppo significante. Credo che cimentarsi nella lettura di per sé costituisca già un "corso di formazione"
 
Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Dipende del genere che vogliamo scrivere. Ad esempio a me piacciono i saggi e la poesia. Ho in mente dopo questo libro di pubblicare qualcosa che ho nel cassetto.
 
Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Il mio libro ha dei paragrafi che sono proprio espressione di un mio vissuto.
Non ho però quasi mai parlato in prima persona. Questo volutamente per lasciare al lettore la libertà di cogliere sue proprie affinità esperienziali.
 
C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Mi ha aiutato molto l'esperienza che ho fatto e che sto facendo all'interno di un'Associazione/Laboratorio che si chiama Darsi Pace. Un contesto nel quale, lavorando su tre livelli (psicologico/culturale/spirituale ) ho potuto valorizzare, attraverso un percorso che integra questi tre aspetti, la crescita interiore con lo sviluppo delle mie capacità che poi essendo i doni che Madre Natura ci ha regalato aspettano solo di essere "risvegliati".
 
A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il primo manoscritto al poeta scrittore filosofo Marco Guzzi
 
Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Credo che l'e-book già strumento post-moderno dello sviluppo tecnologico sia un'espressione culturale che potrà ulteriormente espandersi trovando un orizzonte favorevole in ragione della domanda.
Oggi le cosiddette App digitali consentono attraverso questo strumento di facilitare gli studi e quindi accelerare i tempi di preparazione degli studenti ( ad esempio attraverso programmi di correzione e sottolineatura) e dei tecnici che hanno bisogno di aggiornamenti nelle loro competenze. Ma anche essere veicolo di contenuti dedicati alla musica, alla pittura e all'arte in genere.
Personalmente preferisco la carta e vedere dalla mia mensola le "costole" e sentire l’umore della carta, magari anche con tracce evidenti del tempo. Ma poter pensare ogni volta che mi trovo davanti a loro, chiudendo gli occhi, di trovarmi in una foresta di betulle.
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ottima prospettiva che viene incontro ad una clientela generalizzata e non solo per coadiuvare diversamente abili.
 

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