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30 Nov
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Intervista all'autore - Luigi Ferrando -

Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere significa esternare compiutamente il mio pensiero.
collegarmi idealmente con il pensiero di chi mi legge.
Significa la certezza che chi mi legge mi ascolti veramente, potermi esprimere superando le timidezze giovanili.
Provo l'emozione di sentirmi ascoltato.

 
Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Parecchio della mia vita reale è presente in questo libro.
Ho pensato a lungo prima di farlo e mi sono convinto che il libro diventa credibile se è portatore di verità, il lettore questo lo avverte.
 
Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questo libro ha significato, per me, vivere la pandemia con gli occhi fuori di casa, guardando il mondo esterno, parlandone con i potenziali lettori.
Esprimere il mio pensiero senza la presunzione di essere necessariamente condiviso, dire la mia senza la pretesa di indottrinare nessuno.
 
La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con sé stesso per deciderlo tra varie alternative?
E' stato semplice ed immediato, perché è nato da un consiglio di mia figlia Viviana, per essere proprio un diario del Covid.
 
In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Ce ne sarebbero parecchi, se devo sceglierne uno dico " Il Gattopardo " di Tomasi di Lampedusa, è stato il romanzo che mi ha fatto scoprire il piacere della lettura, elegante, fantasioso, storico.
Una lettura di quasi sessanta anni fa, ma ancora viva nel ricordo.
 
Ebook o cartaceo?
Appartengo alla generazione del cartaceo...
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non ho deciso di intraprendere una carriera, ho realizzato un sogno che coltivo fin dall'infanzia, più che un punto di inizio lo ritengo un punto di arrivo.
Lasciamo al futuro il proprio corso.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Come ho già detto l'idea nasce dal desiderio di parlare all'esterno in un momento di Lock Down.
il Capo Redattore del giornale a cui collaboro mi chiese di scrivere anche più diffusamente in questo periodo, quando gli ho mostrato il libro ha commentato: Ti ho chiesto più diffusamente ma Tu hai esagerato!
 
Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Grande soddisfazione e di ciò sono immensamente grato alla vostra attività editoriale.
 
Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia moglie Licia
 
Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È un prodotto della modernità tecnologica al quale dobbiamo adattarci, anche se io, come già detto, appartengo alla generazione del cartaceo e prediligo il profumo della carta stampata.

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