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26 Ott
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Intervista all'autore - Guido Leoni

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Forse un bisogno per compensare i miei difficili esiti scolastici. Provare emozioni? Forse si, quando mi meraviglio di quanto ho scritto molti anni fa, ma io scrivo distinto, anche basandomi solo su un piccolo fatto, di qualche commento preso su per strada, a volte scrivevo solo poche pagine in altri casi, la trama mi nasceva man mano che scrivevo, a volte mi conduceva sino alla fine, altre si interrompeva.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
l'attuale romanzo si formò molti anni fa, da racconti di mia nonna, erano solo degli appunti di vita e di racconti contadini, e legende sul luogo. non saprei dire quando, ma un giorno iniziai ad elaborarlo e darle un senso, però non l'idea di poterlo pubblicare, come tutto ciò che scrissi in passato, era solo per mio piacere. Premetto che sgrammaticato come sono, nemmeno ci pensavo.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
È molto semplice, è stato solo per non dimenticare completamente le mie origini.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No, di solito, come lo è stato di questo particolare titolo, era già nel racconto di mia nonna.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Non particolarmente uno scrittore, ma se fossi in una isolo deserta penso che mi farebbe comodo un manuale di sopravvivenza.
 
6. Ebook o cartaceo?
Pur dicendolo amaramente, perché si viene a perdere una cosa importante, gustare il profumo di stampa e di carta, purtroppo ebook è il futuro.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Non è la domanda giusta, non credo che lo scrivere una cosa forzata, ma solo un piacere di scrivere, e gustare il sapore di ciò che si scrive. Se si scrive una lettera ad una persona cara, scrivi per il piacere di scrivere e far felice chi la riceve.
Per quanto riguarda la vostra domanda, penso che pur avendo fatto pubblicare dei scritti non mi ritengo d'essere uno scrittore, non ci penso scrivo e basta.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
A questa domanda credo d'aver già risposto nel paragrafo 2. Potrei divi una frase di mia nonna: Suo padre raccontava delle fole, alla sera in quelle lunghe notti invernali, in una stalla o l'altra si radunavano i contadini e le donne di montagna, mentre gli uomini aggiustavano i loro attrezzi e le donne facevano la maglia, o ricami per il corredo delle figlie, per far passare il tempo in armonia senza perder tempo in chiacchiere, suo padre alla bella età di oltre gli ottanta, chiamato da quei villici: "El joan da le fole" raccontava lunghe storie, raccolte nei suoi giri che da giovane faceva in buona parte della pianura padana come segatore d'assi. Alcune di quelle storie le ho potute recuperare.
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Direi molto piacevole, particolarmente se qualcuno trova interessati i tuoi scritti.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
A parte io e qualche brano che a colto mia moglie, quando trovava qualche foglio parso per casa, credo sia stato il mio editore.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Un grande evento che dovrebbe essere ufficializzato da ogni editore, dando modo chi non è in grado di leggere, non solo chi è cieco, ma pure molti anziani, possono avere la possibilità di godersi un buon racconto.
 
 
 
 
 

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