1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Io sono nato a Sanremo, nella provincia di Imperia; in quella splendida regione che è la Liguria. Ma sono cresciuto nel paese accanto, Ospedaletti. Ho frequentato asilo, elementari e soprattutto medie, infatti proprio durante quei tre anni che ho iniziato a scrivere; piccole storie che consegnava alla mia insegnante di italiano. Piano piano, dentro di me, si insedio questa passione, questo desiderio e questa voglia di scrivere e di diventare proprio uno scrittore. L'amore semplice, seppure complessa, di inventare storie e il brivido che esisteva nel potere delle parole e delle frasi.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Sto leggendo, recentemente, un romanzo che racconta la storia di un uomo senza un braccio, che ogni tanto sente quell'arto fantasma prudergli e riesce a calmarlo solo disegnando. Questa simpatica metafora, voleva significare che il desiderio di scrivere viene a momenti: non scrivo sempre tutti i giorni o in momenti specifici, (mattino, pomeriggio, sera o di notte) soltanto quando avviene l'ispirazione; molte volte mi sono trovato a osservare un foglio vuoto senza trovare la forza di imprimere delle parole, ma sono esistiti moltissimi momenti dove, magari perché ho finito di leggere un romanzo o in un momento di calma e di riflessione oppure ho visto un film o un ritratto, giunge l'idea e il pensiero che sono gli attimi che precedono la scrittura; solo allora, come se fossi posseduto da un forza estranea, mi butto a capofitto a scrivere dove la mia mente immagina e le mani trasmettono
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore preferito, di cui il libro che ho usato per fare una metafora poco fa è un suo romanzo, è Stephen King. Sono molti gli autori che ammiro e amo. Però King resta il mio preferito: il suo stile, la sua immaginazione e i messaggi che invoca nei libri che scrive sono pura ambrosia per i miei occhi.
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce come tutti gli altri miei romanzi: la lotta contro le ingiustizie. I miei romanzi non possono essere semplicemente storie, devono avere un motivo in più. Ho la possibilità che questi racconti giungano a moltissime persone pertanto ho l'occasione e il dovere di mostrare a tutti i lettori la realtà della vita, infuocare i loro animi verso un atto di cambiamento
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Quando ero bambino e anche nell'età adolescenziale non ero molto popolare, non avevo granché di amici o storie d'amore, ero soltanto escluso, messo da parte dai miei coetanei; esperienze come questa ti rendono insicuro però, allo stesso tempo, nel momento giusto anche forte. Ora come ora, che sono cresciuto e sono passati molti anni questi ricordi mi hanno fortificato, mi hanno dato la forza di proseguire e con il potere della scrittura di parlarne a più persone possibili. La mia guerra contro ogni avversità: bullismo, femminicidio, violenza domestica, omertà, omofobia e altro ancora.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Penso che sia un po' di entrambi. I miei romanzi attingono da entrambe le parti: aiutano il lettore ad evadere dalla dura realtà con un racconto che ti porta a vivere delle avventure; allo stesso tempo, come una nebbia sottile, emerge la visione del mondo odierno, portandoti a riflettere.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nei romanzi e in questo specialmente, si ritrova tutta la mia passione e tutta la mia forza di volontà. Chiunque lo leggerà noterà il mio impegno contro l'ingiustizia, e il mio più forte desiderio di un cambiamento. Potrebbe vedere persino il lato romantico che esiste in me, la passione che alberga nel mio corpo e la mia assoluta convinzione nell'amore.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ovviamente. Scrivere per me, inizialmente, si soffermava a delle opere mai pubblicate. Fino a quando, circa due anni fa e mezzo, incontrai una splendida donna, che a pochi giorni dal nostro incontro divenne la mia attuale fidanzata; è stata lei a darmi la forza di pubblicare le mie opere, ed è sempre lei a spronarmi nella scrittura. Il potere dell'amore.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La mia fidanzata, ripeto. Accanto a me leggeva ciò che scrivevo e quando esitavo, mi guardava, sorrideva e mi diceva: "è davvero bello". A me bastava questo per continuare.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Un tempo i libri cartacei vendevano moltissimo. Però ci trovavamo in un’era non digitale. I telefoni non esistevano e quando hanno iniziato ad esserci, erano cabine o telefoni fissi ma non smartphone, come ora. Adesso siamo nel pieno della tecnologia e penso che la scrittura debba evolversi come ha fatto il mondo.
Sebbene io sia vecchia scuola e amo la carta insieme all'idea di collezionismo.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
L'audiolibro è uno stimolante fantastico della scrittura. Riesce a dare una voce, un’intonazione a ciò che leggiamo, mentre i nostri occhi e la nostra mente non riescono, almeno non del tutto. Pertanto aiuta a stimolare la nostra fantasia e a immaginare meglio la storia che stiamo leggendo.