1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Ciao a tutti mi chiamo Francesco e vivo da quando sono nato in un piccolo paese in provincia di Reggio Emilia. Ho 18 anni e presto finirò la scuola anche se l'idea dell'università mi stuzzica ma al momento non saprei quale indirizzo affrontare. Adoro lo sport, sono un ragazzo che per 9 anni ha giocato a calcio e ancora oggi me la cavo abbastanza bene (mal di schiena a parte...) e quando c'è da divertirsi insieme ai propri amici o familiari di certo non si tira indietro. Oltre al calcio, la cosa di cui non potrei fare a meno è la musica; in particolare quella pop disco dance anni ‘80-‘90 e anche molti generi musicali moderni. Sono un vero fan del cinema sia quello a grande schermo che piccolo e i film che mi piacciono sono quelli che riguardano la scienza, l'azione e il genere eroico/fumettistico. Ho origini calabresi e la risposta più scontata è che a me piaccia il mare ed è vero e come potrei negarlo?!
Spesso mi definisco un ragazzo vecchio stampo perché le abitudini che la maggior parte dei ragazzi della mia età hanno io non le seguo per il semplice fatto che non mi piacciono e non mi interessano. Non fumo, non bevo (qualche goccio di vino la sera ma niente di che...) e non mi piace stare in posti abbastanza affollati anche prima del Covid. Per il resto spero riusciate a scoprire altre mie caratteristiche leggendo il libro.
A proposito di libro, dove è nata l'idea di scriverlo? La risposta è che stata del tutto casuale e inaspettata ma allo stesso tempo divertente. Allora, il tutto è nato nel mese di aprile; un giorno dovevo aiutare mio padre a lavoro e durante un momento di pausa ragionavo sul da farsi il pomeriggio stesso, ma non avevo assolutamente niente da fare in programma così decisi di fare qualcosa di nuovo che già stuzzicava la mia mente da alcuni mesi, ovvero scrivere. Sì, ma scrivere che cosa?? Allora nell'arco di 10 minuti cercavo di capire quale potesse essere l'argomento da trattare perché di cose da raccontare ce n'erano molte. Poi capì che il mio libro doveva parlare di come io mi sentissi in quel momento e qual era la mia visione del mondo attualmente, perché in quei mesi avevo sofferto a livello morale e non riuscivo a trovare una vera e propria scappatoia sennò quella di arrabbiarmi e sfogarmi con qualsiasi persona che mi trovavo a tiro; quindi dovevo trovare un modo che non facesse male a me e ad altre persone e la scrittura poteva essere una soluzione. Ha funzionato?! Direi proprio di sì, anche se gli effetti non sono stati immediati ma mi ha fatto notare che c'era un'altra via per risolvere le cose e la scrittura di questo libro è stata la mia.
Non so dirvi se la scrittura diventerà in futuro un vero e proprio lavoro o un semplice hobby, ma sono sicuro nel dirvi che scrivere può aiutare tante persone a confrontarsi con se stessi e capire quali sono gli ostacoli che impediscono noi stessi ad andare avanti. È semplice basta prendere una biro e un foglio e il gioco inizia (ovviamente se amate la tradizione) oppure il vostro PC e riempire quelle pagine di Word.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
In verità non ho momenti precisi nella mia giornata in cui mi dedico alla scrittura perché a volte me lo dimentico oppure sono impegnato in altre faccende. Quando ho bisogno di scrivere, scrivo perché ne sento la necessità e quando succede mi siedo e incomincio a buttare a giù tutte le mie idee, dubbi, pensieri che sono stati raccolti durante l'arco della giornata o più giornate e alla fine unisco il tutto per vedere che cosa ho creato. Detto questo se devo dire proprio la verità preferisco la sera come momento della giornata per scrivere perché stranamente sono più concentrato e riesco a focalizzare meglio le mie idee; ma questo non avviene tutti i giorni, solo in quelli dove ho la possibilità di dedicare qualche ora del mio tempo alla scrittura.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Stephen King! Penso che sia uno scrittore eccezionale con un vero e proprio dono per la scrittura e poi adoro il suo modo di scrivere e approcciarsi con i lettori. Ho letto molti suoi libri, i quali hanno ispirato pellicole cinematografiche di vero successo. Se un giorno dovessi incontrarlo penso che sarebbe uno dei giorni più belli della mia vita...
4. Perché è nata la sua opera?
La mia opera (se così può essere definita) nasce perché avevo bisogno che nascesse in modo da capire come veramente stavo in quel periodo e come potevo uscirne dal momento che la situazione era davvero difficile da gestire sia per me che per tutte le persone che fanno parte della mia vita, per prima la mia famiglia.
Quindi scrivere questo libro è stato molto importante per me perché mi ha aiutato a fuggire da una sorta di prigione mentale nella quale ero intrappolato.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Certamente ha influito e non poco perché senza tutto quello che ho vissuto molto probabilmente questo libro non avrebbe visto nemmeno la luce. Ho solo 18 anni e tutto quello che dovrò vivere è ancora un mistero ma posso dire che quello che ho provato come esperienze personali mi hanno permesso di capire in che mondo mi trovavo e come dovevo agire di fronte agli ostacoli che si palesavano davanti a me. Questo libro rispecchia molto la mia personalità, il mio modo d'essere ma rappresenta solo la punta dell'iceberg e spero che un giorno io possa raccontarvi tutto il resto!
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Un po' tutte e due. Credo che qualsiasi scrittore abbia bisogno alcune volte di liberare la propria mente e lasciare che la sua fantasia prende il controllo della situazione per distaccarsi da una realtà maligna che danneggia solamente l'animo di una persona. Parlare di argomenti che non interessano la nostra realtà aiutano lo scrittore e non di poco.
È giusto però raccontare, divulgare, informare le altre persone attraverso la scrittura su quello che sta accadendo, sul mondo che ci circonda perché è fondamentale aiutare le persone che non hanno punti di riferimento e non sanno quale strada intraprendere oppure per chi vuole informarsi meglio su tutto quello che lo circonda.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Se dovessi rispondere in percentuali direi un 70% perché come ho affermato prima il libro rappresenta molti aspetti della mia personalità ma non tutti e lascio voi scoprire quali sono gli altri punti che compongono la mia persona.
Ho voluto espormi di fronte ad altre persone scrivendo questo libro per raccontare quello che vissuto sia nei momenti più felici che tristi della mia vita e di certo oltre alla mia famiglia e ai miei amici avevo bisogno che molti altri potessero capire che cosa ho voluto trasmettere con questo libro.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fin dall'inizio la mia famiglia e amici stretti hanno appoggiato questa mia idea di iniziare a scrivere, ma anche se sembrerò egoista la persona che è stata di fatale importanza per la stesura del libro sono sempre stato io perché anche nei momenti in cui ero indeciso se continuare oppure smettere e lasciare perdere per sempre, la mia volontà di abbattere tutte le mie paure, incertezze e soprattutto la rabbia che possedevo ha sempre prevalso e la scrittura, per un certo e strano motivo, è riuscita a salvarmi da questo inferno di vita che vivevo e che ancora oggi vivo ma di certo con più consapevolezza e tranquillità.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Il primo mese che iniziai a scrivere qualcosa relativo al libro sul mio portatile avevo una voglia incredibile di far leggere quello che avevo scritto a qualsiasi persona capitasse in giro perché era relativamente la prima volta che mi cimentavo nel mondo della scrittura e per quanto ero estasiato, ero anche spaventato da un possibile giudizio negativo che avrebbe forse influito il proseguire dell'opera. Invece, stranamente, a tutte le persone che ho fatto leggere pezzi del mio libro hanno trovato quello che ho scritto interessante e divertente; giudizi che mi hanno reso felice e mi hanno dato la carica giusta per andare avanti a scrivere. Ovviamente non mi aspetterò tutte recensioni positive e questo è un bene perché un libro non rappresenta la verità assoluta e le opinioni di ognuno di noi e di certo il mio non ne fa eccezione, ma questo è il bello di esprimere il proprio punto di vista e discutere con altri che invece la pensano in un altro modo. Non vedo l'ora!!
Mi sono accorto adesso che non ho risposto in modo specifico alla domanda ma risolvo presto. La prima persona a cui ho fatto leggere il mio libro è una mia amica di infanzia di nome Veronica che a causa del Covid, scuola e altri impegni non siamo riusciti a mantenerci in contatto e quindi quale miglior modo di riallacciare i rapporti facendogli leggere il mio primo esperimento letterario. Per fortuna è andato tutto bene!
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Penso proprio di sì. Le nuove generazioni come la mia sono abituati a svolgere ogni loro compito utilizzando il proprio telefono o computer e se sono interessati alla cultura letteraria la maggior parte di loro non si prendono la briga di entrare in una libreria a comprare un libro o in biblioteca a leggerlo. Ormai tutti i libri che cerchi puoi trovarli su Internet, su tantissime piattaforme online e i vantaggi sono molteplici sia a livello di comodità che anche a livello economico che di certo non è un aspetto da sottovalutare.
Certo è che la sensazione di un vero e proprio libro di carta non te lo può dare un ebook, ma la cosa più importante è il messaggio che un qualsiasi libro vuole trasmettere con le sue parole sia che siano all'interno di un telefono o di pagine di carta!
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia un’ottima idea anche per quanto riguarda la concentrazione di un possibile lettore perché, a parer mio, una persona rimane più interessante concentrata alla trama del libro o comunque agli argomenti che tratta se ha la possibilità di ascoltare invece che leggere. Ovviamente non tutti la pensano così e preferiscono leggere invece che ascoltare una voce in primo piano ma questi sono gusti personali. Certo è che l'audiolibro rappresenta un modo anche per le persone che fisicamente non possono leggere, di poter comprendere ed apprezzare un libro.
La cosa risulterebbe fantastica se la voce nell'audiolibro fosse quello dello scrittore stesso perché chi meglio di lui sa trasmettere tutte le emozioni contenute nel suo libro semplicemente attraverso la sua voce.