1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
La scrittura rappresenta la mia modalità introspettiva, attraverso la quale identifico ogni mio stato emotivo, quasi sempre pregno di condizionamenti. Da ciò, nasce il bisogno di confrontarmi con il mio ambiente culturale dal quale prendo spunto per costruire, oppure... accendere conflitti.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Questo testo punta i riflettori sui falsi e pericolosi modelli di relazione. "Educati" alla rassegnazione, ci siamo adattati a mascherare persino il dolore. Coloro che non lo fanno si ribellano, ed ecco che mi ritrovo anch'io in questa modalità... Il prossimo libro sarà una bellissima favola d'amore, ma... non sono ancora pronta!
"Vittime e carnefici allo specchio" racconta la co-responsabilità di trovarsi nella condizione di vittima; complice e accomodante di un soggetto con personalità narcisista. Camuffato da gentilezza e sorrisi, egli adesca la sua vittima in base a precisi requisiti, facendone oggetto di maltrattamenti che spesso rasentano la schiavitù.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Le storie narrate nelle pagine di questo libro sono reali, alcune si riferiscono al periodo in cui lavoravo nell'ambito sociale della circoscrizione romana. In ogni famiglia disfunzionale vi era un figlio con atteggiamenti da bullo, un'adolescente prostituta, un giovane eroinomane. Che tipo di genitore? Una madre alcolista, un padre spacciatore, un altro che presta soldi a strozzo. Sarebbe lungo l'elenco, ed io mi ripeto la stessa domanda... Quando, come e chi, potrà intervenire concretamente per "sanare" questa nostra società?
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
“Non farti del male” era stata la scelta iniziale, ma considerato che vittima e carnefice sono due facce della stessa ferita -diversamente elaborata- ho pensato ad uno specchio capace di riflettere il mal-essere psicologico per essere guardato con gli occhi della resilienza e del perdono. Naturalmente sarà opportuno farsi aiutare da uno specialista per diluire la rabbia che nutre l'oppressore e la dipendenza della persona a lui/lei sottomessa.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Durante la ricerca per scrivere il "Convivio Astrologico..." mi sono appassionata di fisica quantistica. Dunque stavolta porterò sull'isola un testo di 800 pagine che attraverso la fisica, la mitologia e l'astrologia conduce alla scienza dell'anima. Il libro ha per titolo "Astrologia Archetipica". Se uno strappo alla regola mi è consentito, mi sarebbe di grande conforto, portare sull'isola, lo spirito sapiente e avventuroso di Tiziano Terzani... Spero mi accontenti.
6. Ebook o cartaceo?
Avete provato a sventagliare velocemente un libro nuovo per fargli ossigenare l'aria di casa dopo averlo acquistato? Fatelo. Vi accorgerete che le pagine emettono anche dei suoni.
Comunque, riprendo la domanda. L'ebook è senza dubbio alternativa interessante, basta avere l'hi- Phone, premere il tastino e leggere il libro che hai scelto di scaricare. Lo leggi in viaggio e persino in sala d'attesa, dall'estetista, dal medico e comunque ogni volta che fai la fila aspettando il turno. Per me cartaceo, ma... mai dire mai!
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Sarò sintetica, ma per rispondere dovrò fare un salto negli anni Novanta. Non essendo riuscita a rintracciare colei che ha avuto un ruolo fondamentale nella mia vita dirò solo che si tratta di una ricercatrice olistica esperta in meditazione. Eravamo entrambe a Roma quando lei mi affidò il calendario dei seminari sul quale dovevo sostituire le date dei suoi corsi. Sabato mattina, mi citofonò a sorpresa mentre ero ancora in pigiama. Sul tavolo c'era la vecchia Olivetti 84 e nel rullo vi era ancora il foglio di carta sul quale avevo scritto a mia madre già defunta:- le dicevo che- nonostante mi avesse rifiutato- e negato - la linfa essenziale- io la perdonavo.- I segni neri e curvi sotto agli occhi, non sfuggirono alla mia amica, infatti domandò...Che succede Sara, posso aiutarti? D'istinto, cercai protezione, srotolai il foglio fermato dal rullo e lo posai tra le mani di N. De C. per allontanarmi e mettere la moka sul fuoco. In attesa che mi leggesse, ricordo che giocai a invertire le tazzine sui piattini. Quando ultimò la missiva, mi raggiunse, mi abbracciò e con il tono raffinato della sua voce disse - sei profonda e coraggiosa cara. Scrivere è la tua strada continua a farlo. Puoi dire tante cose. Da quel giorno, intensificai le pagine del diario, decidendo nel 2018 la pubblicazione del mio primo libro.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Fedeli al mito di Narciso, abbiamo spesso incarnato la sua figura in un narcisista uomo che autocelebra il suo fascino davanti allo specchio. Questo naturalmente, fino a prova contraria. Infatti, tra le pagine del libro, si celano le insidie e si capirà come il ruolo ambivalente sia diffuso anche nel sesso femminile. Questo ambiguo ruolo, sembra verosimile che l'abbia coniato un poliziotto come "sindrome di Stoccolma". Era intervenuto durante una rapina in banca, dove i malviventi avevano preso in ostaggio tre clienti donne. Dopo una lunga trattativa, durata giorni, finalmente gli ostaggi erano stati liberati e ne era seguito il processo. Nell'aula del tribunale, paradossalmente, le donne presero le difese dei loro carcerieri. Comportamento quanto mai assurdo, che necessitò lo studio psicologico. Alla fine, gli specialisti esposero d'accordo un'unica tesi, dicendo che: a seguito di eventi traumatici che si rilevano sulla persona, la psiche affida la sua fragilità alla potenza del proprio oppressore...
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Cosa si prova? Un libro è fatto di pensieri che hanno generato concetti, idee, comunque fenomeni astratti che stampati sulla carta si materializzano regalando buoni sentimenti. La giusta ricompensa è quella di sapere che l'esperienza dell'autore possa contribuire ad accendere una luce nel buio di chi rinnega la speranza. Mi piace immaginare, che una sola persona sia stata toccata dalla consapevolezza. Riterrei questo libro un miracolo cosmico di cui sono stata solo un tramite...
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Il dottor Maurizio Santopietro, esperto in psicologia e psicoterapia. Lo stesso che ha curato la prefazione del testo e lo ringrazio per avermi dedicato il suo tempo, sottraendolo alle vacanze estive.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Un grande plauso a chi ha brevettato l'audiolibro. Ho avuto modo di visitare l'Istituto ciechi di Milano, dove tra le mille attività formative, i cosiddetti non vedenti, sono in grado di fare immersioni subacquee e recitare persino testi teatrali. Tutto questo è possibile studiando i copioni attraverso audiolibri. Questi sono i veri traguardi per avere una bella società e sentirsi integrati.