1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è come viaggiare. Evadere dal mondo reale e vivere vite nuove, sempre diverse. È un viaggio attraverso le emozioni. Le stesse che danno impulso al procedere della trama di una storia. Riuscire a suscitare nel lettore le stesse tue emozioni quando dai corpo ai personaggi della storia appunto.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Il personaggio principale del romanzo è figlio di emigranti. La sua storia si svolge, dalla adolescenza in poi, in Svizzera, paese, in cui hanno vissuto tre delle mie sorelle e, che attualmente ancora oggi vivono miei nipoti nati in quel paese. Paese che ho visitato e conosciuto appena maggiorenne. Forse questo potrebbe essere ciò che di reale, per certi versi, traspare in questa storia.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere questa storia per me, un napoletano, che vive da oltre 40 anni in Friuli-Venezia Giulia, (dove peraltro mi trovo benissimo) è come ritornare a casa. I ricordi legati alla terra natia sono ancora vividi e reali. È stata una giusta celebrazione di luoghi unici al mondo.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente e non ho cercato di cambiarla, dato il momento storico che stavamo vivendo.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Sicuramente “Un Uomo” di Oriana Fallaci. Una storia vera e cruda, che narra le vicende di Alekos Panagulis, suo compagno nella vita, che non si piegò all'ingiustizia e ai soprusi di un regime dittatoriale e che era a favore della libertà. Un romanzo che ti prende sin dalle prime pagine e ti travolge come un fiume in piena. Un capolavoro.
6. Ebook o cartaceo?
Non sono contrario al libro digitale. Ma la mia preferenza va al cartaceo.
Credo che con il digitale si perde un pò la percezione dello scorrere del tempo e la consistenza delle nostre azioni. La ritualità dei gesti nello sfogliare un libro dà sensazioni impagabili.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Diciamo che la pandemia, ha reso inevitabile, la voglia di vivere, di scrivere e quindi di comunicare agli altri le propri emozioni. Un atto di sopravvivenza agli interminabili giorni del lockdown.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
L'idea del libro, nasce appunto dalla lontananza. Dall'avere i genitori che vivevano a quasi mille chilometri di distanza. Anche a me molti anni prima fu detto di tornare dalle mie sorelle perchè mio padre, nel frattempo, si era ammalato...
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Non riesco a descrivere le mie emozioni al riguardo. Mi sembra impossibile. Spero comunque di poter riuscire a trasmetterne alcune.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mia sorella Franca. Ella ha vissuto per molti anni in Svizzera. Lì sono nati i suoi tre figli e, quindi, per certi versi, meglio di altri avrebbe potuto comprendere la storia.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una cosa eticamente giusta. Dà la possibilità di ascoltare un testo di narrativa, un saggio, un approfondimento tecnico mentre si è impegnati in altre attività. Ma è anche e soprattutto un valido aiuto prezioso per molte persone affette da patologie visive e motorie. Credo che sia nato per questo, per offrire un utile servizio a chi ha problemi di diversa natura.