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06 Set
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Intervista all'autore - Milena Giai Gischia

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta a Giaveno, un paese in provincia di Torino.
Ho iniziato la scuola per infermieri nel 1986, a 16 anni, perchè è una passione che ho avuto fin da piccola.
Il poter aiutare gli altri mi gratifica e mi rende una persona migliore
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Consiglierei la lettura di "Un Uomo che sussurrava ai cavalli".
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Sono piuttosto tradizionalista per cui il libro cartaceo rimane il mio preferito, perchè sfogliare le pagine di un libro e sentire l'odore della carta mi da una grande soddisfazione e appagamento.
Non escludo tuttavia che l'eBook possa essere la lettura del futuro anche perchè ci sarebbe un minor spreco di carta.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Nel mio caso la scrittura è stata un colpo di fulmine
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Questo più che un libro o un romanzo nel senso letterario della parola, è una raccolta di testimonianze rilasciate da Pazienti ricoverati nel reparto COVID in cui ho lavorato tra marzo e maggio 2020.
In più sono descritte le emozioni, le sensazioni e le paure del personale sanitario presente in quel reparto
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Vorrei che al lettore arrivino le esperienze delle persone malate, le loro paure, la separazione dai famigliari, l'incertezza del futuro ma vorrei che arrivi anche il messaggio che noi sanitari non li abbiamo mai lasciati soli, che abbiamo combattuto per loro e con loro.
A volte con le terapie, a volte cercando di colmare un pò il vuoto dato dalla mancanza di una persona a loro cara che potesse assisterli, a volte con una stretta di mano ed un abbraccio, un sorriso che trapelava solo dai nostri occhi visto che siamo costretti ad indossare la mascherina tutto il turno.
Vorrei insomma lasciare un messaggio di speranza in un momento critico come quello che stiamo purtroppo ancora vivendo
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Ne ho preso coscienza pian piano nella vita; mi è sempre piaciuto scrivere, soprattutto i pensieri e le emozioni che volevo trasmettere ai miei cari.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Sì, l'episodio che ricordo con più piacere è il momento in cui ho chiesto ai pazienti di scrivere come stavano vivendo la malattia, il ricovero, ecc.. e tutti quelli che l'hanno fatto hanno poi ammesso di sentire il cuore più leggero.
L'altro episodio per me molto emozionante è stato quello in cui i malati hanno dichiarato che il reparto in cui erano ricoverati era per loro una grande famiglia.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, mai.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Sepulveda.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ritengo sia utile per le persone che hanno delle limitazioni a leggere un libro cartaceo come le persone cieche, dislessiche e con varie altre problematiche di comprensione.
Ancora tutt'oggi, seppur in minima percentuale, ci sono ancora persone analfabete.
 
 
 
 

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Lunedì, 06 Settembre 2021 | di @BookSprint Edizioni

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