1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono una persona molto determinata, quando cado non mi piango mai addosso cerco sempre di reagire con determinazione. Ho iniziato a lavorare che avevo sei anni. Nel percorso della mia vita ho avuto modo di imparare e apprendere molto avendo svolto molte attività lavorative, anche se il mio sogno era quello di giocare a calcio. Ho frequentato la facoltà di Sociologia dell’Università di Napoli Federico II all’età di 34 anni, dove ho avuto modo di apprendere molto grazie ai docenti universitari che erano veramente preparati e bravi, volevo certezze alle mie interpretazioni degli eventi vissuti, attraverso la scienza. Vengo da Somma Vesuviana, provincia di Napoli in Campania. Ho deciso di diventare scrittore da molti anni, forse troppi. La mia opera anche se agli occhi dei lettori può sembrare irrazionale è una storia veramente accaduta. Ho sempre desiderato di scrivere e raccontare questa storia.
2.Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Scrivo molto quando ho tempo libero, di solito di prima mattina perché mi alzo presto e dedico qualche ora prima di andare a lavorare. Non sono uno scrittore nato, non è nel mio DNA anche se mi piace molto. È bello lasciare qualcosa di tuo anche dopo la morte. Di sicuro un libro lascia il tuo pensiero scolpito come in una roccia.
3.Il suo autore contemporaneo preferito?
Il mio autore contemporaneo è di sicuro Umberto Eco. Mi ha colpito molto il suo romanzo, "Il nome della rosa". È un vero e proprio capolavoro della letteratura, perché ci sono casi misteriosi da risolvere. Per questo motivo sono stato affascinato. Il mistero. La lotta del potere all'interno dell'abazia.
4.Perché è nata la sua opera?
La mia opera nasce da una esperienza vissuta. Dove ho cercato di descrivere un evento fenomenologico che si è verificata all’interno di un nucleo familiare. Dove sono stato osservatore diretto. Ho messo in atto sistemi di rivelazione che hanno avuto come oggetto di analisi comportamenti e fenomeni sociali studiati durante il loro svolgersi.
5.Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Hanno influito molto gli studi sociologici e il contesto sociale e familiare dove sono nato e vissuto, penso che senza questo contesto non sarebbe nata questa opera. Questa opera nasce perché si è verificato una fenomenologia.
Dove ho cercato di studiarla con razionalità.
6.Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per la mia esperienza vissuta è un modo di raccontare la realtà, non mi piace evadere dalla realtà mi piace stare attento e vigile su tutto quello che accade intorno a me.
7.Quanto di Lei c’è in ciò che ha scritto?
In questa opera c’è soprattutto la mia personalità e la mia testardaggine di volere capire. Ho cercato di far emergere eventi vissuti su base razionale e scientifiche dove i dubbi e incertezze sono state tante. Non è facile vivere la propria esistenza pensando e riflettendo su eventi irrazionali.
8.C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Fondamentale per la stesura dell’opera è stato il racconto e la frequentazione del gruppo dove si è verificato la visione. Dove ho cercato di fare emergere eventi irrazionale. La mia posizione che si contrapponeva a questi comportamenti non cambia mai nemmeno dopo la visione che, ho avuto durante il percorso da militare.
Ho cercato solo di studiare e di capire. È tutta farina del mio sacco.
Non lo so se ci sono riuscito, questo lo potrà dire solo il tempo e i lettori.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La mia opera è rimasta incompleta fino alla fine. Fino a quando non è andata in stampa. Giorno per giorno studiando e riflettendo ho cercato di portare a termine. All’inizio ho dato in visione ad un esponente della facoltà degli studi di Pontificia Facoltà Teologica di Napoli per farlo visionare anche se era incompleta. Mi ha sconsigliato di pubblicarlo. Poi ho contattato uno scrittore che ha visionato il manoscritto quando era ancora incompleto che ha declinato il suo interesse.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
La tecnologia è un motore trainante per il progresso, penso che il futuro sarà tecnologico anche se preferisco il libro cartaceo dà un senso di calore e, di vicinanza.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È interessante perché porta i lettori ad ascoltare un libro che si desidera senza leggere. Anche se il mio pensiero è che la lettura è insostituibile, leggere ti arricchisce di rende partecipe, ti fa viaggiare con la fantasia. Il contatto con il libro non verrà mai sostituito perché è parte di noi. Lo spero.