1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono pugliese, nata a Foggia, dove ho vissuto fino ai 18 anni. Poi sono stata a Napoli nel periodo dell'università e per lavoro a Milano e poi all'Aquila dove risiedo tuttora.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"Un ragazzo normale" di Lorenzo Marone. Ma solo se si è già letto "Il giovane Holden" di J. D. Salinger!
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Prima di tutto credo che il libro cartaceo sia ancora in buona salute, la maggior parte delle persone che conosco, di tutte le età, preferiscono ancora il rapporto "fisico" con la pagina di carta. Sono però amante della tecnologia e l'e-book è una gran cosa: consente una veloce fruibilità di ogni titolo, è comodo, consente di leggere a tutte le ore e di scegliersi il carattere che si desidera! Carta o e-reader basta che si legga volentieri!
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me è stato una specie di amicizia adolescenziale che si è trasformata in amore. Sicuramente non un colpo di fulmine, è qualcosa che pian piano conquista sino a non poterne più fare a meno.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Avevo voglia di regalare qualche risata ai lettori, era tanto che lo desideravo. Questo è un libro sui generis, completamente diverso da tutti gli altri che ho scritto e che normalmente scrivo, cioè racconti e romanzi. Per la prima volta non c'è una storia con personaggi frutto della mia immaginazione e temi difficili da approcciare. Ho avuto voglia di raccontare la mia esperienza quotidiana e i tanti aneddoti che essa offre mostrando il lato umoristico di me, l'altra faccia del mio carattere. Spero sia un passatempo divertente.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Vorrei che il lettore condividesse con me la voglia di uscire dai luoghi comuni riflettendo sulle esagerazioni delle pratiche sportive, sull'assurdità di vivere sempre la competizione, di non rispettare i segnali di attenzione del nostro corpo. Vorrei invitare a rivalutare anche il riposo e i piaceri semplici della vita. Come quello di farsi due risate. Perché ridere fa bene più di ogni attività sportiva.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Era senz'altro un piacere antico, ma ne ho preso totale consapevolezza una decina di anni fa. E allora ho aperto quel cassetto.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
È tanto che voglio parlare di sport e dei suoi "pericoli", ma ero alla ricerca del giusto linguaggio per raccontare.
Ci sono molti episodi all'origine di questo pamphlet e li troverete proprio all'interno del libro. In particolare un giorno ho visto un video divertente su Instagram e ho capito di non essere sola a pensarla così, perciò ho acceso il computer ed ho cominciato a scrivere, divertendomi un sacco!
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Qualche volta, anche perché avevo paura di urtare la suscettibilità di qualcuno o, peggio, di annoiare. Lo stile è completamente diverso dagli altri miei libri...
Ma poi è andato in porto e ora sono legatissima a "Lo sport uccide"!
10. Il suo autore del passato preferito?
Fëdor Dostoevskij tutta la vita.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che soprattutto per i romanzi l'audiolibro è una novità interessante. E poi dà l'opportunità a chi ha poco tempo di non privarsi del piacere della lettura, per esempio mentre guida di ritorno dal lavoro o quando cucina. E poi anche chi ha difficoltà con la vista può emozionarsi ancora!