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19 Ago
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Intervista all'autore - Sandra Pietruccetti

1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è cercare di trasmettere al lettore le sensazioni provate dai protagonisti. Coinvolgere chi legge la storia in modo intenso, e farli stare con il fiato sospeso fino alla scoperta del colpevole. Quasi come guardare un film giallo.
 
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Ci sono particolari accenni alla mia vita, il mio divorzio, un lavoro che non mi dava soddisfazioni, e alcune cose particolari che mi sono accadute diciamo sfiorando fatti inspiegabili.
 
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Scrivere mi ha aiutato dandomi serenità, anche se avevo una sorta di pudore a far leggere il libro ad altre persone.
 
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
No, non è stato affatto semplice scegliere il titolo, però alla fine ho potuto decidere basando la mia scelta su elementi oggettivi.
 
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Forse un manuale per la sopravvivenza, perché non deve essere bello trovarsi soli su un‘isola deserta. Personalmente, non amo la solitudine.
 
6. Ebook o cartaceo?
Sarebbe indifferente, però preferisco il cartaceo perché lo sento più mio.
 
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Diciamo che da diversi anni ho iniziato a scrivere, ma per timidezza non mi decidevo a mettermi in gioco. E non riuscivo a trovare un finale che mi piacesse.
 
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Parlando con dei parenti avevo confidato di desiderare di scrivere un libro. Un mio cugino mi disse che anche lui voleva provarci. Mi sfidò quasi dicendomi che ci sarebbe riuscito prima di me!
 
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È una sensazione strana, incredibile toccare con mano il tuo libro. Qualcosa di impalpabile che è nato da te, quasi come un figlio.
 
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Mio marito lo ha letto per primo.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso sia una cosa positiva, mi vengono in mente persone con disabilità che potrebbero usufruire di questa novità, oppure i bambini che ancora non sanno leggere.
 
 
 

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