1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato 64 anni fa a Casatico di Marcaria, un piccolissimo paese della Provincia di Mantova, noto per aver dato i natali nel 400 a Baldassarre Castiglioni, autore del celebre "Cortegiano", un classico sulle buone maniere di quella lontana epoca e Nunzio Apostolico. Una figura molto importante nel panorama del Rinascimento Italiano. Sono cresciuto in questo piccolo centro dove ho vissuto sino a 37 anni, prima di spostarmi, col matrimonio, in un'altra frazione del Comune di Marcaria (Campitello) dove risiedo tutt'ora.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"La casa in collina" di Cesare Pavese, un autore di cui da ragazzo, anche per merito di una Insegnate di Lettere della Scuola Media, ho letto tutto. Sono molto affezionato per comprensibili ragioni a questo libro e lo caldeggio....
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Non essendo un "nativo digitale" le mie preferenze vanno ancora per le "versioni cartacee. "Ritengo valido anche percorrere la strada dell 'ebook se tutto ciò può aiutare ed agevolare la lettura. Personalmente però ritengo da accanito lettore di versioni cartacee che il toccare con mano un libro, lo sfogliarlo," annusando" anche l'inconfondibile profumo della carta stampata non possa avere prezzo e ...paragone. Ritengo pertanto cosa "infausta" e deleteria la progressiva perdita delle versioni cartacee, pur ammettendo che il mondo e le abitudini della gente si evolvono col tempo e che pertanto per incentivare sempre più la lettura si debbano utilizzare anche strumenti più moderni e consoni al "progresso".
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Senz'altro un amore ponderato, una passione coltivata sin da piccolo. Mi è sempre piaciuto scrivere di tutto, anche se per decenni sono stato molto restio a far conoscere la mia passione alla gente. In pochi infatti conoscono questa mia "propensione" letteraria che per anni, un po' per pudore e per innata timidezza ho sempre tenuto per me stesso. Io ho sempre fatto mio il motto "Meglio essere che apparire" cogliendo una personale gratificazione da quanto scritto senza per questo aver la smania che il "mondo" intero conoscesse ed apprezzasse o meno quanto sgorgava dalla mia passione coltivata fin dalla adolescenza. Poi di recente ho un poco cambiato parere perché come nel caso del mio "primo" libro sportivo ho pensato che il racconto potesse servire a chi non avendo potuto di persona vivere i periodi da me raccontati, volesse saperne di più, attraverso la testimonianza di chi al contrario aveva potuto viverli di persona. Il fatto di poter con una testimonianza diretta basata sullo studio di documenti giornalistici, comunicare gesta sportive ed emozioni collettive da esse derivate mi ha invogliato a "percorrere" seppur in età ormai avanzata anche questa mi auguro non troppo impervia e produttiva strada. Spero che il pubblico apprezzi, in caso contrario... io c'ho provato!
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La passione coltivata da una vita per la mia squadra ed il desiderio di far conoscere anche ai più giovani le gesta sportive di un ormai lontano passato, un mondo molto diverso da oggi dove i sentimenti e le emozioni da vivere in modo collettivo avevano ancora una importanza tangibile.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
In un mondo che dallo sport alla vita in generale "soffoca" le piccole realtà a scapito della.... globalizzazione di massa, il mio messaggio vuole essere quello di ricordare che "piccolo è bello" e che si può gioire anche di cose semplici ed a misura d'uomo. A volte anche... Davide riesce ad aver la meglio su... Golia!
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Era un sogno nel cassetto già a 9 anni, favorita da ottimi insegnanti che mi hanno stimolato a fare in modo che questa passione potesse crescere anche se per anni è stata latente. Mi "diverto" ancora adesso come più di 50 anni fa e spero di non perdere il piacere di scrivere di tutto, per il "gusto" di scrivere, per me stesso e per chi avrà la pazienza ed il "coraggio" di leggermi.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Si ce ne sono alcuni, uno in particolare. Spesso negli anni di insegnamento, soprattutto gli ultimi, i miei alunni il lunedì mattina nei 5 minuti dedicati ai commenti sportivi della domenica mi hanno chiesto per quale squadra in particolare io tifassi. Alla risposta, serafica ed inaspettata :"Il Mantova!", molti dei miei scolari quasi sorpresi ed indignati erano soliti storcere la bocca e rispondere che si riferivano a grandi squadre di serie A. Una volta raggiunta la pensione e potendo contare su più tempo libero per coltivare le mie più "nascoste" passioni ho voluto ricordare anche a loro che anche le piccole squadre di provincia sono meritevoli di attenzione, che possono avere una gloriosa storia passata non inferiore a quella di altre che vanno per la maggiore oggi, storia che è bene tutti possano conoscere. Pertanto spero che molti miei ex alunni che porto sempre nel cuore, possano essere invogliati a leggere e a conoscere anche aspetti meno noti del loro ex insegnante di Scuola Primaria.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, anche perché avanzando con la ricerca e lo studio dei documenti giornalistici indispensabili per supportare il testo è cresciuta la "nostalgia "del passato e con essa il desiderio che altre persone più giovani potessero provare attraverso la storia di fatti sportivi trascorsi, le emozioni da me provate più di 50 anni fa. Inoltre ho anche pensato alle persone della mia età che attraverso questo libro potranno rivivere le loro, simili alle mie, esperienze da piccoli. Lo studio del passato aiuta a capire meglio il presente e ad intuire come possa essere il futuro, anche perché la storia spesso si ripete.
10. Il suo autore del passato preferito?
Cesare Pavese. Confesso di aver speso molte notti in giovane età sui versi delle Poesie di Pavese. Lo rileggo spesso e sempre molto volentieri.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
La ritengo importante ed utile per favorire la conoscenza degli autori, anche se ribadisco la mia atavica predisposizione e preferenza per il cartaceo. Tenere in mano un libro e poterlo sfogliare per me non ha prezzo, anche se l'ascolto magari comodamente sprofondati in poltrona è senz'altro più agevole e rilassante!