1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta in un piccolo paese, Gioia Sannitica, della provincia di Caserta. Ho sempre vissuto insieme ai miei genitori, mio fratello e i miei nonni paterni. La mia famiglia è sempre stata un pilastro per me, ogni componente a modo proprio.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Da adolescente leggevo di tutto, a dir la verità. Ma un libro che mi è rimasto impresso relativo a quel periodo, e che consiglierei a tutti è “Norwegian Wood” di Haruki Murakami.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Siamo in un periodo di digitalizzazione, quindi è normale che anche i libri ne subiscano la conseguenza. Personalmente preferisco il cartaceo perché regala emozioni molto più di un eBook. Ma non nascondo che anche io, per questioni di comodità, leggo gli eBook. Forse la cosa positiva è che arrivano a tutti molto più velocemente e quindi possono aumentare i lettori.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura è un amore molto ponderato. Sono innamorata dei libri, delle parole, dei pensieri riguardanti le opere che leggo. Per me la scrittura è un modo di essere. La maggior parte delle volte è l'unico modo in cui mi sento libera di esprimere tutte le mie emozioni.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La spinta è venuta da dentro. Ho cominciato a buttar giù qualche riga e poi è diventata sempre più lunga. Ho passato un periodo di sofferenze e questo mi ha spinto a lottare e a esprimere quello che provavo. Da qui è nato il libro.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il messaggio principale vuole essere quello di non gettare mai la spugna, di andare avanti costi quel che costi. I mostri che abbiamo dentro possono urlare quanto vogliono, ma se noi sappiamo ascoltarci la risposta verrà da sé.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
La scrittura è nata insieme a me. Già da piccola mi esprimevo molto di più scrivendo che parlando. E adesso è un sogno che inseguo nonostante sia un mondo chiuso e difficile. Mi piacerebbe diventasse il mio lavoro a tempo pieno e non solo un hobby, ma la vedo dura.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
"La tigre viola", il titolo, è stata l'esperienza più assurda e intima che ho vissuto. In un periodo buio per me l'immagine di questa tigre di questo color purpureo che vegliava su di me, mi dava il coraggio di proseguire il mio cammino senza aver tanta paura.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Sì, l'ho lasciato più volte dicendomi che nessuno l'avrebbe mai letto. Però quando la scrittura è passione vitale diventa automatico crederci e provarci. E così l'ho portato a termine.
10. Il suo autore del passato preferito?
Avrei una lista molto lunga di autori preferiti da Fred Vargas a Alice Munro, da David Foster Wallace a Italo Calvino. Senza tralasciare Giacomo Leopardi, Alda Merini, Ugo Foscolo, Wisława Szymborska, Eugenio Montale, Philip Roth. Insomma non so scegliere, continuerei con una lista infinita.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Penso che sia una nuova esperienza di approcciare la letteratura. Forse ascoltare per alcuni è più semplice che leggere. Lo si può fare anche in momenti in cui la lettura non può esserci, per esempio in macchina. Sicuramente è comodo per tante situazioni. Ma rimane, secondo me, il fatto che qualcun altro sta usando la tua voce per leggere e sicuramente in un modo molto diverso dal tuo.