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12 Lug
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Intervista all'autore - Adriano Cimenti

1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato e cresciuto nele valli della Carnia, zona alpina del Friuli Venezia Giulia.
Da adulto, terminati gli studi, mi sono definitivamente trasferito in pianura, dividendomi fra Udine e Trieste, città che ho sempre amato.
La storia e il paesaggio della Regione di appartenenza sono stati elementi imprescindibili nella formazione della mia personalità, avendo contribuito in materia determinante a forgiare una sensibilità che trae spunto dalle vicende e dalle suggestioni suscitate dall'ambiente circostante che si impone per la sua indiscussa unicità.
 
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"L'isola di Arturo" di Elsa Morante.
È un libro dedicato al complesso mondo dell'adolescenza, analizzato nelle sue varie componenti e sfaccettature.
Il protagonista è alla ricerca di una propria dimensione individuale nell'ambito di un rapporto idealizzato con la figura di un padre, spesso assente e poco attento alle ragioni del figlio.
L'evoluzione della personalità di questo ragazzo si compie sullo sfondo del paesaggio aspro e rude, ma altrettanto incantevole dell'isola, che lascia libero spazio al fluire delle emozioni che questo adolescente vive nel corso dello sviluppo della propria esperienza umana.
 
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
È una nuova modalità di lettura, forse più veloce e immediata, ma indubbiamente anche meno personale e più asettica di quella tradizionale.
Personalmente, preferisco il testo cartaceo che, a mio avviso, crea un rapporto più diretto fra il lettore e l'opera, favorendo quell'osmosi di emozioni e sensazioni che si esplicano nel contatto fisico con la carta.
 
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
Per me è un amore ponderato che si è rinnovato nel tempo, offrendo nuove occasioni di stimolo e suggestioni che sono diventate via via più nette e distinte con il proseguire degli anni, essendo strettamente interconnesse con la vasta gamma delle esperienze induviduali
 
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
È una retrospettiva verso un mondo ormai scoparso, che va assolutamente ricordato in quanto custode di valori e di esperienze che hanno condizionato il presente.
Soltanto attraverso la conoscenza del passato e del suo ricco patrimonio culturale possiano infatti comprendere meglio il presente e la complessa realtà del mondo in cui viviamo.
 
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Cercare di scoprire la propria essenza di individuo atteaverso la conoscenza dell'ambiente circostante, analizzandone la storia e le vicende più salienti del proprio gruppo di appartenenza, in modo da poter cogliere l'importanza del ruolo che ogni individuo ricopre all' interno di una specifica comunità integrata e solidale.
 
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Entrambe le cose.
È una convinzione che ho maturato negli anni, aspettando l'occasione giusta per concrtetizzare tutto cio che nel frattempo avevo metabolizzato ed ordinato in una serie di pensieri complessi ed articolati che necessitavano di essere tradotti in storie concrete.
Non si può infatti scrivere alcunché senza una previa maturata elaborazione dei contenuti che si intendino veicolare atteaverso la forza espressiva insita in ogni forma di narrazione.
 
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Tutto cio che ho direttamente sperimentaro da bambino, da ragazzo o da adulto è stato poi trasfuso nei racconti che compongono questo libro.
Essi sono stati concepiti in modo tale da poter essere letti sia singolarmente, sia come parte di un tutto, essendo collegati da un filo conduttore comune: la soria e le vicende di individui che hanno operato e vissuto nel mondo chiuso e circolare delle vallate alpine proiettate verso il Nord e l'Est di un'Europa che, nonostante guerre e divisioni politiche, nel corso dei secoli ha tuttavia tenuto uniti popoli accomunati da esperienze, ideali e necessità condivise.
 
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No, quando mi prefiguro un obiettivo, lo intendo realizzare a tutti i costi.
Nel caso di specie, si è trattato di un obiettivo sfidante, ma al tempo stesso anche assai stimolante e ricco di soddisfazioni personali.
 
10. Il suo autore del passato preferito?
Emily Dickinson, la poetessa della natura.
Il suo rapporto intimistico con questa natura "personalizzata" riflette gli stati d'animo dell'autrice che, con grande effucacia poetica, ne descrive la bellezza, l'armonia e la perfezione delle forme atraverso versi delicati e pieni di romantico trasporto.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
È una nuova modalità di lettura, imposta dalle esigenze del presente, di un mercato sempre più orietato verso la "dematerializzazione" e la "digitalizzazione" dei contenuti e delle idee in una società estremamente dinamica e in continua evoluzione.
Anche l'editoria deve quindi adeguarsi a queste nuove esigenze del mercato, anche se, come già precisato, preferisco il testo cartaceo a quello in formato digitale.
Sotto questo profilo, mi sento infatti ancora un individuo piuttosto all'antica.
 
 

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