2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho orari, preferendo comunque la notte.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Carofiglio.
4. Perché è nata la sua opera?
Molto ha sicuramente influito la malattia di Parkinson, sebbene la combatto tutti i giorni, comunque non mi permette più di esternare i miei pensieri che sono talmente tanti che non riuscendo a comunicarli, ora li scrivo.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sono un perito tecnico che per strana sorte è diventato professore di Educazione Tecnica nel lontano (aimè) 1966. Al di fuori della cultura, ho insegnato il rispetto degli altri ma soprattutto di loro stessi, a non lamentarsi di non cedere mai ai compromessi. Questo mi hanno insegnato i miei genitori.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
La realtà rimane sempre lei anche quando cerchiamo di mascherarla.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Me stesso. Il mio unico amico, con il quale tutti i giorni parlo, sono io.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Mia moglie.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sicuramente sì.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Il libro va vissuto e va letto con gli occhi della mente.