1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Alla domanda da dove vengo dico: vengo dalla terra e ritornerò alla terra.
Quello che voglio dire è che non sento nessuna appartenenza se non con la natura che mi ha gettano nel mio essere nel mondo.
Sono siciliana, preferisco sempre evitare di parlare di me.
Non ho mai deciso di fare lo scrittore, non credo di esserlo pur scrivendo.
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
È strano dire che la notte mi illumina i pensieri, nel silenzio e nel buio trovo un'immensa tranquillità.
Mi distacca dal caos e ricompone ciò che resta di me.
La notte, forse, rappresenta un po'ciò che sono dentro... Ho dovuto nuotare nel buio dei miei abissi per ritrovare qualche spiraglio di luce.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
È difficile definire tra le mie preferenze un solo autore.
Sicuramente Kafka, mi ci ritrovo, la mia visione della vita è molto simile alla sua.
4. Perché è nata la sua opera?
Solitamente si cercano sempre i perché, ma è vero che ci sono sempre delle spiegazioni per ogni cosa? Io credo di no.
Semplicemente una forza interna che ti spinge a scrivere, avevo bisogno di scrivere e non so perché.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Tantissimo.
La cattiveria del genere umano mi ha portata a riflettere su tanti perché e come, mi ha spinto a rifugiarmi nella lettura dei classici ... Certo non possiamo fare di tutta l'erba un fascio.
Ho visto più cose brutte che belle ma non sempre il negativo porta al negativo.
Sicuramente niente di grande ho appreso dagli insegnanti del mio liceo!....
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
In un certo senso è ambedue.
Si scrive perché si vuole raccontare come ci si sente nel mondo
ma anche per evadere dalla realtà che si vive tutti i giorni, scrivere è cura.
La scrittura è un modo per farsi compagnia ma è soprattutto ragionare e fare
ragionare... trasmettere emozioni che possano migliorare la persona e quindi il mondo.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Tutto.
Non scrivo se non sento... La penna non si muove.
Bisogna sentirle certe cose per farle nascere, altrimenti non sarebbe più il mio libro ma il libro di un morto.
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sì.
Sicuramente l'influenza del Grande Marcuse, Nietzsche, Leopardi che mi hanno sempre accompagnato nella riflessione ma soprattutto le persone che mi hanno sempre sostenuto quelle poche ma vere.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Al mio carissimo amico ma allo stesso tempo acerrimo nemico.
Certo perché bisogna un po'odiarsi e un po'amarsi per creare un rapporto unico dove non ci si annoia mai e chi meglio di Michele Grosso poteva criticarmi? Nessuno.
Le critiche di una persona che hai nel cuore sono sempre costruttive.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Sì. Oggi è l'epoca della tecnologia. Si passa più tempo dietro un computer,cellulare che dietro un libro… magari per comodità...le stesse università ecc stanno mutando il metodo di insegnamento, tutto è sempre più distante . Ovviamente non sono d’accordo, la poesia delle pagine non può darla uno schermo freddo. Ma i tempi sono questi e chi può cambiare i tempi?
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Credo che il vero ascolto sia quello che si impara con il tempo quando si ha una persona davanti che ti chiede aiuto e non ci si volta dall'altro lato.
Credo che si debba leggere di più prima di perdere anche questa capacità, non è che siamo messi bene.