1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nata e cresciuta?
Sono nata e cresciuta in una cittadina vicino a Torino. Ho avuto un'infanzia spensierata, con avventure, giochi e tante, tantissime favole. Mia mamma mi leggeva moltissime storie quand'ero bambina e altrettante ne inventava, e credo proprio che mi abbia trasmesso la sua sconfinata passione. Fantasia e spirito d'iniziativa non mi son mai mancati!
Diventando adolescente mi sono trasferita a Torino, dove ho frequentato il liceo linguistico e successivamente ho cominciato l'università. Ora ho 22 anni, studio ancora, ma soprattutto scrivo. Scrivo per me stessa, per liberare la mente dai mille pensieri che l'affollano, scrivo per non far sbiadire i ricordi nella memoria, scrivo perché è la mia più grande passione, scrivo nella speranza di riuscire ad appassionare alla lettura le persone.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
"Se una notte d'inverno un viaggiatore", di Italo Calvino. Uno dei romanzi più belli dell'autore, a mio parere.
Questo romanzo è una riflessione sulle possibilità stesse delle letteratura e si pone quasi come un "gioco", in cui il protagonista è sempre costretto a ricominciare daccapo senza mai giungere ad una conclusione. Lo ritengo un libro divertente ed enigmatico, perfetto per approcciarsi alle lettura dell'autore.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Devo confessare che un po' mi dispiace. Riconosco gli indubbi vantaggi che può portare un eBook in termini di recupero di spazio e denaro, diminuzione del peso... avere la possibilità di portare sempre con sé i propri libri preferiti. Tuttavia verrebbe a mancare l'esperienza "tattile" della lettura: la sensazione di sentir frusciare la carta tra le dita, sfogliare le pagine, sentirne il profumo... Non credo che un eBook possa sostituire in toto un libro cartaceo, sebbene possegga altrettante qualità, soprattutto di natura pratica.
In qualsiasi caso non farei mai a meno della mia libreria cartacea!
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura per me è un'esigenza. Premetto che mi è sempre piaciuto molto scrivere, sin da piccola mi divertivo ad inventare e intessere storie, ma con il tempo questa passione si è trasformata in una valvola di sfogo, un modo per dar voce ai miei problemi, per mettere nero su bianco le mie sensazioni, per ritagliarmi un mondo, all'interno della realtà, che fosse interamente mio.
La scrittura è stata la mia ancora di salvezza in un momento della mia vita in cui non sapevo più come andare avanti, mi ha salvata da me stessa e mi ha fatto dono di una nuova opportunità. La scrittura è un amore incondizionato, più che ponderato. Si tratta un elemento imprescindibile nella mia vita, un tassello fondamentale della mia esistenza, non riuscirei a farne a meno.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La voglia di lasciare andare a briglie sciolte l'immaginazione. Ho sempre avuto una fervida immaginazione, infatti mi sono sempre divertita ad inventare mirabolanti giochi e stravaganti storie.
In questo libro ho voluto racchiudere un pizzico di genuina follia, una buona dose di fantasia e tanta, tanta tenerezza.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Il libro si propone di veicolare diversi messaggi. La struttura stessa del romanzo suggerisce che vi siano molteplici finalità, infatti ogni capitolo racchiude in sé un insegnamento specifico. Tuttavia, è possibile anche cogliere un messaggio unitario: "trovare il giusto equilibrio". Ma non svelerò di più, si tratta di un viaggio tutto da pregustare...
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccola o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Non nego che mi sia sempre piaciuto scrivere. Ordire trame, inventare personaggi e dar loro vita attraverso mirabolanti storie ha sempre suscitato un discreto fascino su di me. E il mio carattere introverso e la predilezione della solitudine hanno senz'altro contribuito a spingermi verso il mondo della scrittura. Ma non posso ignorare il fatto che alcune vicissitudini mi abbiano aiutata a compiere il passo decisivo. Determinati accadimenti nella mia vita mi hanno spinta ad isolarmi da tutto e da tutti e mi hanno indotta a ripiegarmi su e stessa, nella mia interiorità. La solitudine è stata la culla del mio estro creativo e la malinconia l'inchiostro della mia penna.
Diventare scrittrice è il mio sogno nel cassetto da molti anni ormai, e, malgrado le mie pubblicazioni, ancora non mi reputo all'altezza di poter essere definita tale. Ma spero che il tempo mi riconosca questo titolo e che io possa trasmettere qualcosa ai lettori attraverso le mie pagine.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Questo libro l'ho scritto quasi per gioco. Avevo fatto un sogno strano, in cui erano coinvolti bizzarri personaggi dall'aria ambigua e moralmente discutibili. Però ricordo di averlo trovato, nel complesso, grottescamente divertente. Sicché decisi di provare a dar corpo al sogno, aggiungendo dettagli e personaggi, strutturando un intero mondo in cui farli vivere e parlare. L'ultimo personaggio che ho creato è stata proprio la protagonista, la piccola Funny, ma è stata anche il meccanismo che ha reso possibile la realizzazione dell'intero libro. Senza Funny non ci sarebbe azione e movimento, è lei la leva del cambiamento, il vero motore della storia.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Lo confesso, sì! A volte mi è capitato di non sentirmi all'altezza, di non essere abbastanza brava e di non credere in me stessa. C'erano giorni in cui ero così giù di morale che ho pensato di cestinare l'intero romanzo. Naturalmente non l'ho fatto, e meno male!
Tengo molto a questo libro, soprattutto perché si tratta di una lettura per bambini, un testo che porta co sé molti insegnamenti, anche se camuffati sotto le vesti di storie strampalate.
10. Il suo autore del passato preferito?
Non saprei scegliere un unico autore. Credo, piuttosto, che ci siano molti periodi floridi per la letteratura. Un novecento molto fruttuoso e prospero per la letteratura italiana, dalla quale attingere a piene mani. Troviamo autori come Pirandello, Italo Svevo, Umberto Saba, Cesare Pavese, Primo Levi, insomma, un panorama molto variegato. Scegliere un solo autore sarebbe difficile.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Recentemente ho avuto l'occasione di ascoltare degli audiolibri, e ne sono stata piacevolmente colpita. é un'esperienza diversa rispetto alla lettura, ma può dimostrarsi altrettanto evocativa e coinvolgente, soprattutto se c'è un buon interprete incaricato di leggere le pagine. Non ritengo l'audiolibro un sostituto del libro cartaceo, tuttavia può esserne un valido alleato.