1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a San Giorgio a Cremano ma ho sempre vissuto a Casoria, una grande città che dista 10 Km da Napoli. Ho una formazione di tipo umanistica, avendo frequentato il Liceo Classico. Durante questi cinque anni di studio, ho scoperto che avevo una passione per le discipline scientifiche. Per questo mi sono iscritto nel 2004 alla Facoltà di Chimica della Federico II. Al conseguimento della Laurea, ho cercato di mettere a frutto i miei studi. Perciò, ho deciso di partecipare ad un master di II Livello a Roma sul controllo qualità per ampliare le mie conoscenze.
Proprio in quegli anni, ho capito che la mia vocazione era un'altra, una vocazione che avevo sempre avuto da bambino: quella di insegnare. Infatti dal 2013 ho iniziato la gavetta del docente precario, lavorando in contesti difficili. Tuttavia ho sempre cercato di trasmettere la passione che avevo per la scienza, la Chimica in particolare ai miei studenti.E ora che sono diventato docente di ruolo continuo a trasmettere quella passione e quella gioia di fare che mi contraddistingueva nei primi anni. Naturalmente, oltre all'insegnamento, ho anche un'altra passione: quella della scrittura.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ce ne sarebbero tanti da consigliare. Al primo posto metterei "Il fantasma di Canterville" di Oscar Wilde. E se dovessi aggiungere un altro testo alla lista, inserirei "Il Gabbiano Jonathan Livigston" di Richard Bach.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
L'introduzione degli e-book ha sicuramente rivoluzionato il mondo dell'editoria. Nulla, però, potrà mai sostituire la magia della carta stampata. Sentire l'odore dell'inchiostro, sfogliare con le dita le pagine, rilassarsi sul divano per immergersi in luoghi, modi e avventure fantastiche non ha prezzo. Per questo a mio avviso, il fascino del libro cartaceo non tramonterà mai.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
La scrittura deve essere, secondo il mio punto di vista, un piacere, un modo di evadere dalla routine quotidiana. Un momento in cui ti lasci alle spalle le difficoltà della giornata e tiri un sospiro di sollievo perché inizi a fare qualcosa che ti rilassa. La condizione indispensabile e fondamentale che deve essere ben chiaro a ogni scrittore è che per realizzare un prodotto che possa interessare al pubblico occorre uno strumento indispensabile: la fantasia. Senza di essa, i testi sarebbero aridi e poco coinvolgenti.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
La voglia di mettermi in gioco e dare pieno sfogo alla fantasia. In passato ho scritto dei brevi racconti. Ho pubblicato sui canali social delle piccole storie. Molto spesso nei lavori che realizzo c'è una parte di me che in qualche modo vuole emergere. Ho cercato di trasferire nei miei protagonisti le mie sensazioni, i miei sentimenti e anche un desiderio di rivalsa. Nei protagonisti, insomma, c'è una parte di me che nella realtà stenta ad emergere. Nella definizione di alcuni personaggi, particolarmente utili sono stati i protagonisti di alcuni telefilm, da cui ho preso spunto per caratterizzarli. C'è, però, anche un altro motivo che mi ha spinto a realizzare questo libro: far conoscere Napoli, che considero un po' come mia con le sue leggende, i miti e i misteri.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Leggete. Leggete di tutto. Leggere, come ho già detto, è fondamentale. Dai romanzi più impegnativi a quelli fantasy. Anche gli stessi fumetti possono rivelarsi molto utili per far lavorare il nostro cervello. Oggi viviamo in una società in cui siamo aridi di idee e di parole. Abbandoniamo, anche se non completamente, i social. Ritagliamoci un piccolo spazio per la lettura.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Quando ero piccolo mi piaceva scrivere. Tuttavia con la crescita, ho accantonato questa mia passione per dedicarmi ad altri interessi. Devo, tuttavia, dire che questa mia passione per la scrittura non l'ho mai persa completamente. Qualche anno fa, ho scritto qualche piccola fiaba che ho pubblicato su un noto canale social per mandare un messaggio ad una persona a cui tenevo molto.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
La scintilla che mi ha spinto a scrivere questo libro è legata ad un episodio avvenuto tre anni fa. Ero sceso a Napoli per fare una visita guidata con una associazione onlus. Non era , tuttavia, una visita guidata come tutte le altre. Le guide, tra cui le bravissime Nina , Desirè e Pamela trascinavano i turisti nei loro racconti, come se fossero loro stessi i protagonisti. La visita guidata è stata il pretesto per creare qualcosa di nuovo, fondendo insieme mito e leggenda. E spero di esserci riuscito.
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
Non ho mai pensato di non portarlo a termine. Certo, la sua realizzazione ha richiesto parecchio tempo. Ciò è dovuto in parte al lavoro che faccio. Quando avevo delle idee, non vedevo l'ora di metterle nero su bianco. Ho letto e riletto il testo migliaia di volte. Se dovessi rileggerlo di nuovo, sicuramente apporterei altri cambiamenti che lo migliorerebbero sicuramente.
10. Il suo autore del passato preferito?
Non c'è un autore in particolare. Adoro indistintamente Dickens, Wilde, Boccaccio, London e tanti altri autori che hanno formato generazioni di giovani lettori.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Al momento non posso esprimere un giudizio a riguardo perché ritengo di non avere una adeguata conoscenza sull'argomento.