1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato a San Felice a Cancello, un paesone agricolo in provincia di Caserta in mezzo tra la provincia di Benevento e quella di Napoli. Dal 1970, ho vissuto in provincia di Napoli. Dopo un anno nel Trentino, dal 1989 mi sono trasferito a Velletri (Roma) dove vivo tutt'ora. Dal 2004 al 2009 sono stato in Tunisia.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Quello che, nella mia adolescenza, mi introdusse nella relazione col mondo, ossia "Les lettres persanes" di Montesquieu.
3. Cosa pensa della progressiva perdita del libro cartaceo a favore dell’ eBook?
Penso che sarà molto lenta e mai definitiva.
4. La scrittura è un colpo di fulmine o un amore ponderato?
È un amore ponderato che sboccia col colpo di fulmine dell'ispirazione.
5. Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il mio compito di promozione della lingua e della cultura italiana in Tunisia.
6. Quale messaggio vuole inviare al lettore?
Che le differenze culturali non sono steccati insormontabili: sono anzi una straordinaria varietà nell'identico.
7. La scrittura era un sogno nel cassetto già da piccolo o ne ha preso coscienza pian piano nel corso della sua vita?
Sin da piccolo il mio sogno era la lettura della scrittura altrui. Crescendo mi sono via via coinvolto anche nella mia, di scrittura.
8. C’è un episodio legato alla nascita o alla scrittura del libro che ricorda con piacere?
Gli interrogativi che suscitarono in me le immagini di fondo della Cattedrale di Cartagine. Ne parlo in "San Michele saraceno".
9. Ha mai pensato, durante la stesura del libro, di non portarlo a termine?
No. Innanzitutto era un mio dovere, e poi era per me una continua piacevolissima scoperta.
10. Il suo autore del passato preferito?
Montaigne.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Resterà a lungo una frontiera, mentre è un'immensa opportunità per i non vedenti.