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16 Mar
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Intervista all'autore - Rosa Maria Ponti

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata e vissuta in Sardegna, mi sono laureata in psicologia a Roma e sono una psicoterapeuta cognitivista. Ho sempre amato scrivere, fin da molto piccola. Ho sempre pensato di dedicare uno spazio alle cose che osservavo attraverso gli occhi dei miei pazienti per manifestare emozioni, speranze, e possibilità di recupero di una nuova vita attraverso i diversi significati personali che via via il paziente acquisisce.
 
2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Amo scrivere il pomeriggio, la mattina prestissimo e nei momenti di disimpegno, mi gratifica molto, al pari di una passeggiata al sole.
 
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Gianni Liotti.
 
4. Perché è nata la sua opera?
L'opera nasce dall'esigenza di esternare gli aspetti emotivi legati al Covid attraverso una narrazione frutto della fantasia.
 
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Il contesto sociale e culturale ha influito relativamente nel mio percorso: da una parte c'è sicuramente una formazione classica, ho preso spunto dalle storie dei miei pazienti, mentre il contesto sociale non mi ha aiutato nel dedicarmi alla mia passione dello scrivere poiché la vita è sempre più improntata alla corsa.
 
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Per me scrivere è un modo di raccontare le diverse realtà.
 
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nel testo è presente la parte di me sempre curiosa del mondo e interessata alla persona nel suo essere, il cercare sempre la positività e la profonda spiritualità.
 
8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera?
Ho conosciuto nella mia carriera professionale delle persone speciali che hanno dato giusto peso al mio sentire e all'amore: un mio Maestro d'arte di psicoterapia mi diceva "amare non costa nulla e fa star bene". Da lui ho imparato il valore dell'abbraccio, l'empatia e a credere in me.
 
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
La prima lettura è stata svolta a voce alta ad una cara zia novantenne che, risparmiata dal Covid, ha pianto interpretando la paura e la speranza.
 
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook?
Non so, l'ebook è sicuramente più fruibile.
 
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Assolutamente utilissimo.
 
 
 
 
 

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